Teatro Zandonai, 25 mila ingressi per la prima stagione

di Chiara Zomer

All'inaugurazione del teatro Zandonai si è detto che ora la città si sarebbe ripresa il suo teatro. Più che una previsione, era un auspicio. Ecco, si è avverato. Perché da quel primo giorno, con la Haydn che ha fatto partire la prima nota, tra quei palchetti e in quella platea sono già passate 23mila persone. A maggio, ad eventi più o meno finiti, si calcola che si sfonderà il muro dei 25mila. Un piccolo esercito di appassionati (tra gli abbonati il 75% è donna) e curiosi, che hanno dato un senso a questi dieci anni d'attesa.

Ma depurando dei grandi numeri dovuti al mese abbondante di eventi inaugurali, una certa dose di soddisfazione quest'anno l'ha data anche la stagione teatrale. Perché il primo cartellone ospitato nel rinnovato teatro ha visto un aumento considerevole di pubblico. Sia sul fronte degli abbonamenti, sia soprattutto su quello dei biglietti dei singoli spettacoli, segno che i roveretani - ma non solo quelli, un certo turismo culturale nella città della Quercia parrebbe essere tornato - rispondono alle proposte, se incontrano i loro gusti. 

A snocciolare i dati della stagione teatrale, ieri pomeriggio in municipio, l'assessore alla contemporaneità Luisa Filippi. Che si è appuntata una medaglia al petto: «Tre anni fa la copertura dei costi della stagione teatrale non superava il 27 per cento. Quest'anno siamo a quota 48 per cento, senza di fatto aumentare il costo dei biglietti, o comunque tenendolo al di sotto di altre realtà vicine - ha rivendicato, mostrando i dati - segno che l'opera importante dell'ufficio cultura ha ripagato, con un'offerta di qualità capace di riportare il pubblico a teatro». Cosa sia quest'opera è presto detto: anziché rivolgersi ad un'agenzia, si è deciso qualche anno fa di scegliere in proprio i singoli spettacoli. Così da trovare lavori magari a costi contenuti, ma di grande presa per il pubblico. Così si sono ridotti i costi.

Dall'altra, l'aumento s'è notato come detto sul fronte degli spettatori. Partendo dagli abbonamenti, passati nel 2014 da 352 a 389, con un incremento del 10 per cento. «Ma quello che è esploso, in due anni, è il numero di biglietti venduti - spiega Luisa Filippi - segno che ogni singolo spettacolo è stato di richiamo». In tutta la stagione teatrale si sono seduti su quelle poltroncine 6.661 persone, a fronte delle 5.577 del 2013. Un dato più rilevante se si pensa che rispetto al 2013 quest'anno sono stati proposti quattro spettacoli in meno. L'aumento degli spettatori si porta dietro, quindi, una crescita di presenza media in teatro: da 269 si è passati a 351 spettatori di media. «E questo è un dato che tiene conto delle repliche, che di solito vedono un richiamo molto minore. Se si tolgono i numeri di quelle - ha proseguito Filippi - si arriva ad una media superiore ai 400 posti».
Certo, non tutti gli spettacoli sono stati di richiamo nello stesso modo. Sei quelli da tutto esaurito, di cui due al completo anche in replica: l'Arlecchino di Favino e lo spettacolo di Finocchiaro e Monti. «Avessimo fatto una seconda replica, con queste due proposte, avremmo riempito ancora il teatro».

Questi i presupposti che hanno permesso, come detto, una copertura della spesa del 48%, che potrebbe salire al 50% dopo il pagamento dei diritti Siae, che si attendono inferiori a quanto preventivato. «È un risultato importante, perché laddove la cultura è finanziata interamente dal pubblico, i teatri di questi tempi chiudono», ha concluso Filippi.
Ora restano le ultime proposte. A partire dal Barbiere di Siviglia, in programma per l'11 aprile: un'opera lirica, la prima allo Zandonai, la prima possibilità dunque di usare la buca dell'orchestra. 

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