«EasyDial», in arrivo 80 posti di lavoro Dispositivi Usa per la dialisi a domicilio
Adesso è ufficiale: gli investimenti della Provincia attraverso il «braccio armato» Trentino Sviluppo stanno portando i frutti sperati. Soprattutto al Polo della meccatronica di San Giorgio dove la sinergia tra ricerca e produzione - con laboratori e possibilità di contaminazione tra aziende - sta attirando imprese importanti da tutto il mondo. Rovereto, insomma, è un po' la Silicon Valley del Trentino e, non a caso, il prossimo colosso ad approdare in città è un gruppo americano diventato il numero uno nei presidi sanitari, diciamo così, da viaggio.
Per la «EasyDial» si tratta un po' di un ritorno a casa visto che il fondatore del colosso californiano, Renato Giordano, è partito da Trento per affrontare il mercato mondiale.
Tanto per entrare subito nel merito, la società (che ha quattro stabilimenti negli Stati Uniti) aprirà alla Meccatronica il proprio hub europeo.
Tradotto in «soldoni», significa 80 posti di lavoro con la prospettiva di moltiplicarli nel prossimo futuro.
A Rovereto gli americani lavoreranno dunque su due fronti: la ricerca e la produzione vera e propria. Di cosa? Uno su tutti: il dispositivo emodialisi domestico, in pratica uno zainetto che, detta in parole povere, consente ai tanti pazienti dializzati di andare tranquillamente in vacanza e non ricorrere alle cure ospedaliere.
L'idea di miniaturizzare e rendere casalinghi gli strumenti di sopravvivenza, tra l'altro, al leader del gruppo è venuta per esigenze personali. Da diabetico, in anni in cui curarsi era davvero difficile e il ricorso alla dialisi di fatto scontato, ha sfruttato le proprie conoscenze ingegneristiche per sviluppare un dispositivo moderno in grado di soppiantare le tecnologie datate ma ancora ampiamente utilizzate e raggiungere una maggiore efficienza e più sicurezza. Ed ha elaborato un congegno capace di restituire una vita quasi normale ai pazienti che, nei casi più gravi, ancora oggi sono prigionieri delle cliniche.
Il prodotto di punta, come detto nato per esigenze personali, ha già sfondato in America. E in autunno sarà costruito anche a Rovereto con destinazione Europa. Si tratta di un trolley, Dharma (questo il nome), che contiene elevatissimi standard di trattamento per l'emodialisi e assicura assoluta autonomia e mobilità all'utente. Di fatto è una sorta di sfida che «EasyDial» ha lanciato alle multinazionali del farmaco e agli ospedali privati statunitensi.
Chi è costretto a ricorrere frequentemente al ricovero o al day hospital, rinunciando magari alle vacanze al mare e in montagna, con questa valigetta può arrangiarsi ovunque.
Alla Meccatronica, però, non si costruirà solo questo particolare strumento portatile ma si studierà il «rimpicciolimento» di altri apparecchi salvavita come elettrocardiogramma da tasca, defibrillatori da borsetta e macchinari per le analisi del sangue. Un sistema che, questo l'obiettivo di «EasyDial», dovrebbe nel tempo sgravare la sanità pubblica, i viaggi delle ambulanze da casa agli ospedali e, di fatto, ridurre la spesa sanitaria.
In tal senso accasarsi in un hub di ricerca e produzione come quello di San Giorgio, a stretto contatto con ricercatori e con laboratori funzionali, è una risorsa. Che l'azienda non si è fatta scappare dopo aver sondato il terreno per un approdo europeo in Inghilterra e in Francia. Ha prevalso la Vallagarina, un ritorno a casa del fondatore ma soprattutto la possibilità di crescita offerta dalla partnership con Trentino Sviluppo. Tra l'altro, pur operando in ambito sanitario (combinando fluidodinamica, sensori, materiali compatibili con tessuto organico), il lavoro si sposa perfettamente con i concetti meccatronici che servono per elaborare apparecchi miniaturizzati.
Insomma, da Rovereto parte la «domiciliazione» della dialisi e delle cure evitando ospedali e aggravi alla spesa pubblica. E, visti i tempi di crisi, garantendo ben 80 nuove assunzioni.