Pama, 43 operai restano a casa Scade il contratto di solidarietà
Ultimi giorni di fabbrica per 43 operai della Pama. Scade il contratto di solidarietà, un ammortizzatore sociale che l’azienda ha trascinato per tre anni, e per i lavoratori dal primo aprile (un «pesce» ben poco divertente) non ci sarà più posto.
Il colosso mondiale delle grandi macchine alesatrici-fresatrici, però, rimarrà a Rovereto e, non a caso, ha firmato una modifica dell’accordo negoziale sottoscritto con la Provincia nel 2012.
Certo, all’epoca si parlava di uno stabilimento che avrebbe dovuto, a regime, raggiungere i 347 dipendenti, ma le cose sono andate diversamente e dalla prossima settimana in ditta saranno esattamente cento di meno.
La Pama, comunque, è decisa a rimanere in città con produzione e ricerca. Anzi, le intenzioni sono di rilanciarsi e magari, un domani, ampliare perfino l’organico. D’altro canto ha investito nel grande stabilimento in viale del Lavoro svariati milioni di euro e, ovviamente, ha ricevuto soldoni anche dalla Provincia.
Troppo per non pensare ad una dipartita magari per ricongiungersi con la casa madre di Brescia. Ma la realtà odierna parla di 43 esuberi. Erano 50 l’anno scorso ma tre lavoratori si sono licenziati e, negli ultimi mesi, altri quattro hanno preso strade diverse. Rimarranno all’uscio, però, ancora in tanti.
I sindacati, su questi addii, non sono preoccupati più di tanto. «I numeri si sono ridotti perché qualcuno è stato ripescato in zona Cesarini: è stato ricollocato in altri settori o, come per gli impiegati, temporaneamente mantenuto - ricorda Paolo Cagol della Fim Cisl - Di positivo c’è che l’azienda non ha intenzione di ricorrere ad altri ammortizzatori sociali e quindi tutto si dovrebbe stabilizzare».
Intanto il primo aprile scade il contratto di solidarietà e 43 operai se ne staranno a casa. «Sono profili che non dovrebbero avere problemi a ricollocarsi. Non sono soggetti deboli dal punto di vista del lavoro, hanno altissima professionalizzazione e non sono a rischio disoccupazione a lungo termine».
Dunque sarà il mercato a deciderne le sorti. Intanto rimane l’ennesimo taglio nell’occupazione lagarina. E la Pama, dalla prossima settimana, scenderà da 297 a 246 lavoratori. Con l’impegno firmato, però, di mantenere l’organico intatto fino al 2021.
E l’aspetto più significativo dell’accordo - sottoscritto da Ettore Battisti per Pama, Alessandro Olivi per la Provincia, Michele Guarda per la Fiom Cgil, Paolo Cagol per la Fim Cisl e Luciano Attanasio per la Uilm - è il mantenimento, e se possibile rafforzamento, dell’industria nella città della Quercia. Questo comporta anche la realizzazione del progetto di ricerca «Roto-slot» e, come detto, a potenziare il baricentro organizzativo, produttivo e di sviluppo a Rovereto.
Per ora, come detto, c’è da registrare il taglio, 43 lavoratori messi fuori rosa. Ed è un altro colpo sul piano sociale per la Vallagarina. Anche se il grosso della disoccupazione è determinato dai contratti a termine non rinnovati che, comunque, rivelano le difficoltà del tessuto industriale lagarino nel superare la crisi affrontate dai grandi nomi industriali.
Non che Pama possa essere paragonata a questi casi. Strutturalmente orientata a lavorazioni di alto livello, con una forza lavoro altamente specializzata e un mercato internazionale, resta uno dei fiori all’occhiello con bilanci in attivo e prospettive di rilancio. Specie nei settori aerospaziale ed automotive. E qui si inserisce «Roto-slot», un sistema innovativo per la lavorazione sostenibile di rotori di grandi dimensioni