«Profughi a lavoro nei parchi» Un «progetto pilota» al Brione
Per i profughi di Rovereto il Brione ha un «progetto pilota: invitarli a collaborare nella pulizia dei parchi». Nella riunione dell'altra sera, il consiglio circoscrizionale ha presentato un'iniziativa di cui si è fatto promotore Mauro Zambaldi, quella di offrire ai più volenterosi fra i profughi ospitati nel campo di Marco o all'hotel Quercia la possibilità di contribuire alla tutela e alla cura dei giardini pubblici.
Ha spiegato il consigliere Zambaldi: «Si parla tanto di integrazione, questa è un'occasione per trovare dei volontari pronti a impegnarsi sul serio». Le mansioni potrebbero essere anche quelle di «presidio degli spazi pubblici».
Il consiglio non si è espresso in modo unanime, ma su un punto tutti si sono trovati d'accordo: queste persone vivono «ammassate nei container» del campo profughi e non «svolgono alcuna attività.»
Aderendo alla proposta, «a patto che abbia la finalità di prendersi cura dello spazio pubblico,» il presidente Andrea Miniucchi ha voluto ricordare che esiste un «vero problema». Pochi Comuni, fra cui Rovereto, ospitano i profughi in Trentino, in molte valli e paesi non sono accolti. Ha ribadito il presidente che fra i Comuni trentini non c'è «proporzione nei numeri».
«Nel quartiere - ha notato il vicepresidente Silvano Busetti - spesso si sono notati dei giovani che frequentano lo Smart Lab per prendere lezioni di Italiano», ma altre volte «stazionano» nelle aree wi-fi dei giardini «senza svolgere alcuna attività.» Il senso della proposta è quello di portare avanti «un'esperienza che è già stata realizzata nei mesi passati a Rovereto», ha chiarito Miniucchi, quando alcuni profughi con la pettorina verde «hanno aiutato a ripulire i giardini pubblici».
«Si è letto di frequente sulla stampa - ha ribadito Zambaldi - che questi giovani che attendono per mesi il permesso di soggiorno non possono lavorare. È possibile soltanto offrire loro l'opportunità di fare qualcosa, ma non si può obbligarli».
Nei prossimi giorni, ha annunciato Miniucchi, si presenterà l'iniziativa alle associazioni che si occupano di questi progetti. Innanzitutto «bisognerà trattare con i servizi sociali del Comune», tenendo conto che la lista a cui attingere per questo tipo di attività socialmente utili «comprende anche molti disoccupati». Se si riuscirà ad allestire un progetto, «lo si metterà ai voti in Consiglio circoscrizionale» ha concluso il presidente.