Nuovo impianto per la carta riciclata Si lavorerà rifiuto destinato al macero
Una nuova attività potrebbe finalmente sorgere in zona industriale nel prossimo 2018. Condizionale d’obbligo, data la mole di lavoro burocratico che l’impresa in questione determina. Ma, se tutto andrà bene, dopo anni di stop causa crisi la zona industriale di Rovereto dovrebbe vedere l’edificazione di un nuovo capannone: 1.600 metri quadrati di superficie più 200 di uffici. E 14 metri di altezza, tutti in un solo piano.
La protagonista di questa piccola, grande storia industriale che segna, per la specificità del settore di riferimento, la ripresa dell’economia lagarina e soprattutto prospettive positive di sviluppo è la «Moser Marino & Figli s.r.l.» di Lavis, che dopo sei anni di attesa - tra ricerca del terreno, acquisizione dello stesso da parte della Provincia (partita chiusa il 31 agosto scorso) e pratiche burocratiche - vede avvicinarsi la data di inizio lavori per il suo nuovo stabilimento, ove trasferire le attività oggi alloggiate dietro affitto nel capannone di Europoligrafico di viale del Lavoro (ex Aticarta).
L’accelerata verso la definizione della partita immobiliare è stata recentemente data dal Servizio Bacini Montani della Provincia, che ha dato l’ok all’insediamento dell’attività economica. Che, nel caso della «Moser Marino & Figli» concerne il trattamento e conseguente recupero di rifiuti.
Nello specifico, la carta straccia, che da sola rappresenta il 40% dell’occupazione media dei siti di stoccaggio italiani. Da sei anni a questa parte l’azienda trentina rigenera questo rifiuto poverissimo (le marginalità sono minime, per avere risultati bisogna lavorare quantità enormi di materiali) nel capannone di Europoligrafico. I fratelli Luciano e Giorgio Moser però hanno deciso da qualche anno di acquisire un’area e costruirsi la sede roveretana dell’impresa.
Per questo la scelta dell’impresa è tanto più notevole: perché scommette sulla ripresa dell’attività di tutte le altre imprese insediate nell’area industriale. Perché senza lavoro degli altri non ci sono rifiuti da trattare in casa. E le previsioni sono ottimistiche: si punta a lavorare, nel nuovo capannone, in un lotto di terreno di 3.600 metri quadrati complessivi nelle adiacenze del parcheggio di Luxottica, oltre 15mila tonnellate di carta all’anno.
A livello occupazionale, quando partirà la nuova attività, si parla di tre dipendenti ma anche in questo caso è tutto in divenire. Di sicuro continuerà a finire alla Moser la carta della raccolta differenziata di Rovereto e della Vallagarina (Altipiani Cimbri compresi) ma anche di ditte private. Quando il «sogno imprenditoriale» dei fratelli Moser diventerà realtà, insomma, a Nord e a Sud della città della Quercia si avrà un nuovo polo della carta con la trasformazione del prodotto da macero in materia prima in zona industriale e prodotto finito alla Cartiera di Villa Lagarina.
«Siamo l’anello di congiunzione tra il rifiuto e la materia prima. - spiega Luciano Moser - E trattiamo per il 95% carta da macero anche se siamo autorizzati al recupero e al riciclo di altri materiali. Per non andare in perdita, però, bisogna lavorare quantità enormi di questi scarti perché ci pagano 88 euro a tonnellata visto che è una sostanza povera». La carta riciclata, però, è richiesta e i numeri della Moser sono lusinghieri: 10 milioni di euro di fatturato e 35 dipendenti.
Un giro d’affari che parla di prodotto finito di 80mila tonnellate annue, per l’80% vendute in Italia e per il 20% destinate all’export: Austria, Germania, Spagna e Cina ed ora con nuovi mercati da conquistare.