Educatori, nasce l'albo Se ne parla a Rovereto
Mercoledì 27 giugno l'incontro dell'Università
Una figura sociosanitaria che lavora a fianco delle persone più fragili e vulnerabili, per accompagnarle nel loro percorso di affermazione nella vita personale e sociale. È il «biglietto da visita» degli educatori professionali. Un profilo per il quale il prossimo mese è prevista l’istituzione dell’albo professionale (provinciale e nazionale), che segna una svolta nel riconoscimento di chi la esercita e sul piano della tutela e garanzia di chi usufruisce del servizio.
Un momento di approfondimento sulle evoluzioni della figura dell’educatore professionale in programma mercoledì 27 giugno alle 15 nell’aula magna di Palazzo Piomarta (Corso Bettini, 84) con «Educatore professionale. Workshop sulle dinamiche e sviluppi di una professione cruciale nell’evoluzione del sistema trentino di welfare». Il pomeriggio è organizzato dal Dipartimento di psicologia e scienze cognitive dell’università di Trento nell’ambito del corso di laurea interateneo in Educazione professionale, attivato nel 2006 in convenzione con la scuola di medicina dell’università di Ferrara. Oltre a docenti del corso, interverranno esperti della Provincia, dell’azienda provinciale dei servizi sanitari e dell’associazione nazionale educatori professionali.
«Come per altre professioni della salute, anche l’educatore professionale, oltre che appassionato, deve avere una preparazione robusta che non può essere improvvisata o guidata solo dalla buona volontà - osserva Silvia Nicoletta Fargion, direttrice delle attivitàdidattiche del corso di laurea -. Occorre una formazione di base universitaria di tipo bio-psicosociale, che prepari ad attuare progetti educativi e riabilitativi a favore di soggetti in difficoltà e di un benessere sempre più comunitario».
Il corso di laurea dimostra di rispondere alla fame che la società ha di tale figura: il tasso di occupazione a un anno dalla laurea è, infatti, del 91,7%. Dario Fortin, docente del corso, osserva: «Questa collaborazione interateneo avvantaggia soprattutto il Trentino in quanto più del 90% dei 333 laureati del corso dalla sua attivazione a oggi risiedono in Trentino». Accanto alla prossima istituzione dell’albo professionale, Fortin ricorda che nel segno di una maggiore tutela «il mese scorso è stato approvato dalla Provincia il regolamento che prevede che almeno l’80% del personale che abbia contatto diretto e abituale con l’utenza deve avere un titolo di studio specifico coerente con l’attività svolta».