Rovereto, Casa dei Turchi piace più del Mart
Rovereto punta decisamente sul turismo non solo per ragioni economiche ma anche di immagine. E da tempo si gioca a livello internazionale i propri gioielli museali: Mart, Casa Depero, Campana dei Caduti e Castello (con il più importante museo italiano della Grande Guerra). Ma nella lista delle bellezze che meritano una visita nella città della Quercia questi siti arrivano dopo. Perché il popolo sceglie altre amenità solitamente snobbate dalla stessa promozione turistica.
A indicare le mete preferite dei visitatori di strada - che poi sono assolutamente eterogenei sia come cultura che come passioni personali - è Tripadvisor, il sito Internet più cliccato per quanto riguarda enogastronomia, location e, appunto, target per le proprie gite turistiche. E quello che emerge è tutt’altra Rovereto, più curiosa e architettonica che legata all’arte del pennello piuttosto che del reperto. Perché in cima alla lista c’è nientemeno che la Casa dei Turchi di Santa Maria, seguita a ruota da palazzo Pretorio in piazza del Podestà, Porta San Marco con la torre civica e il suo orologio con sirena in via Rialto e piazza Erbe.
Luoghi, come si può intuire, decisamente insoliti che non vengono mai indicati nei circuiti turistici classici. Perché prima, essendo città di cultura, vengono i musei. Ma la gente qualunque, quella che apprezza l’urbe anche solo passeggiando per lo splendido centro storico, tra le cose imperdibili di Rovereto suggerisce proprio posti particolari ed eleganti come la Casa dei Turchi affacciata al fresco del torrente Leno.
Qui, d’altro canto, fanno sfoggio di loro stesse architetture arabe ed antichi commerci tra Oriente e Occidente e, da solo, l’edificio si merita il titolo di curiosità architettonica del capoluogo lagarino. D’altro canto è immersa nel suono delle cascate, da del tu al ponte Forbato, il più antico della città, e spinge a visitare l’altrettanto storico quartiere di Satna Maria.
Il palazzo, accogliente e misterioso, deve il suo nome alle antiche verande in legno che richiamano gli elementi arabi Mashrabija, sensuali maschere che concedono di vedere senza essere visti. Ma cela pure una storia di commercio di preziosa seta in un’epoca di splendore roveretano, il 1500. Ed offre ai turisti curiosi una leggenda «hot», quella dell’harem dei suoi astanti per rallegrare il signore di turno.
Il «mito» impone infatti che la Casa dei Turchi ospitasse il gineceo di un commerciante di seta turco stabilitosi a Rovereto quando era una delle capitali dell’industria serica europea. Molto più verosimilmente, in epoca di dominio veneziano, il palazzo venne abitato dalle famiglie di turchi, manodopera qualificata nella lavorazione della seta, le cui donne, rimaste a casa, venivano disturbate dagli armigeri di guardia al ponte, tanto da decidere di schermare la vista di balconi e locali adiacenti con quelle cortine in legno traforato che permettevano il passaggio della luce ma non quello degli sguardi indiscreti e, non a caso, è l’unico esempio in Trentino di tamponature in legno traforato, che caratterizzano i balconi a sbalzo che si affacciano sul torrente; balconi che hanno almeno 400 anni (compaiono in un dipinto del 1620).
Dopo anni di abbandono, la Casa dei Turchi è stata acquistata e ristrutturata da un privato - l’ex docente universitario Gianni Jacucci - che ha investito 3 milioni di euro realizzando una caffetteria, appartamenti e un bed & breakfast.
Le altre location applaudite e soprattutto vivamente consigliate dagli internauti di Tripadvisor sono, come detto, la sede municipale (palazzo Pretorio in piazza del Podestà) e porta San Marco.