Despar e «Favorita»: in città scoppia la guerra della spesa
Via del Garda, un tempo strada statale per il lago, è ormai diventata il viale del commercio con grosse concentrazioni di negozi che stanno soppiantando le fabbriche. E con l’apertura della bretella Ai Fiori l’area è diventata appetibile. A tal punto da trasformare radicalmente l’arteria - ridotta, adesso, a strada comunale da percorrere col freno a mano tirato - in un ring per imprenditori di peso nel campo alimentare. Perché la sfida si vive tra i carrelli della spesa con colossi della grande distribuzione che sembrano fare a pugni per accaparrarsi fette di mercato in questa ex periferia da ciminiere diventata un accampamento di vetrine per chi ha voglia di spendere. Tutto, per altro, concentrato in quel chilometro lungo la ferrovia del Brennero. Dove, come detto, la battaglia è sui supermercati e non certo per le offerte e i ribassi offerti alla clientela di prodotti da tavola.
L’acquisto del Superstore Sait da parte di Aspiag-Despar - che porterà al Millennium center il primo Interspar della provincia - non è certo l’ultimo tassello di un puzzle commerciale senza precedenti. Perché al di là della strada, all’ex Favorita, arriverà un altro supermarket dal brand pesante. E si sommerà a IperOrvea e ad Aldi. In mille metri di asfalto, insomma, saranno quattro big della grande distribuzione a tirare per la giacchetta l’acquirente roveretano.
Questi insediamenti, comunque, hanno reso via del Garda l’arteria-salvadanaio. Perché gli investimenti dei privati sono stati massicci: circa 35 milioni di euro, compreso l’ultimo assegno da 13 milioni girato da Despar al Sait. Ma è pure un toccasana per l’occupazione visto che, solo nei negozi di alimentari, lavorano circa 200 persone (94 al Superstore che diventerà Interspar, 20 da Aldi, 71 all’IperOrvea). Alle quali si aggiungeranno gli addetti del nuovo supermercato che arriverà alla Favorita. E potrebbe essere una catena italiana che, con l’Orvea, andrebbe a contrastare l’espansione austro-tedesca Despar-Aldi. I «rumors», da tempo, vociferano di uno sbarco in riva all’Adige della Esselunga, società milanese da 8 miliardi di euro di fatturato. Il colosso meneghino della spesa, però, nega decisamente una prossima apertura a Rovereto.
Ma qualcuno arriverà comunque tant’è che il progetto di restyling presentato la scorsa settimana in commissione urbanistica dagli imprenditori Heinz Peter Hager e Paolo Signoretti della Rovim srl (che hanno messo, è il caso di dirlo, sul piatto 8 milioni di euro per la ristrutturazione) prevede proprio un supermercato. Oltre, ovviamente, a molti altri negozi che arricchiranno il centro commerciale che sorgerà al posto dell’attuale complesso lasciato marcire dal tempo. I consiglieri comunali, dopo aver visionato l’elaborato, hanno rimandato il parere ad oggi. Devono infatti accettare o meno la richiesta di deroga sui parcheggi. Per realizzare il complesso, infatti, servono più posti auto ma è impossibile ricavarli sottoterra per non intaccare la falde. Si pensa quindi di ridurre l’area verde (e serve appunto la deroga). Il centro commerciale, comunque, si farà e il punto di forza sarà proprio il megastore alimentare.
La vecchia statale rivana - che per fortuna il Comune ha deviato dentro la zona industriale - è dunque il nuovo tempio della spesa, un angolo di città a Sud che ha archiviato lo storico passato industriale di Rovereto puntando sullo shopping più caro agli italiani: il cibo. Ma tra gli enormi e straripanti scaffali con derrate alimentari e dintorni negli ultimi anni sono arrivati anche venditori di altre categorie economiche ridisegnando la fisionomia di un’arteria anonima. Tant’è che la Lega chiede al Comune di provvedere quanto prima a realizzare un lungo marciapiede per collegare tutte le attività. La corsa ai punti vendita, d’altro canto, sembra inarrestabile. Tanto che, esattamente un anno, l’assessore all’urbanistica Maurizio Tomazzoni dichiarava: «Sono arrivate nove richieste di apertura di centri commerciali. È un dato sul quale riflettere. Una riflessione andrà fatta».