Colpisce con il martello il compagno e la figlia I due non sono gravi
«Venite. Ho ucciso due persone». La telefonata alla centrale operativa 112, ieri mattina verso le 7, era da brividi. Per questo quando gli uomini della polizia sono arrivati a Lizzana, non senza difficoltà, erano preparati al peggio. Hanno trovato una donna anziana - una roveretana classe ‘47 - priva di sensi: era svenuta, dopo un collasso nervoso. Era stata lei a colpire con un martello il compagno e la figlia. Ma al contrario di quanto la sua mente le aveva suggerito, non li aveva feriti gravemente: dopo un ricovero in pronto soccorso, la figlia è stata dimessa già in mattinata, il compagno è rimasto in corsia solo in osservazione, ma non è in pericolo di vita. Ed ora il commissariato sta facendo accertamenti, ma sembra che la violenza sia sfociata in un contesto di grande difficoltà, legato a ludopatia, difficoltà finanziarie e scompenso psicologico. E sia sfociata in un giorno particolare: ieri si sarebbe dovuto effettuare lo sfratto, da parte di Itea.
I fatti, sono noti. Di prima mattina è arrivata la telefonata al 112. Dall’altro capo del filo, come detto, una donna che si è «autodenunciata». Ma la linea è caduta subito. Si sapeva solo che era accaduto a Roveret. Dove, era un mistero. Il commissariato si è messo in moto subito, attraverso le celle telefoniche, ma era come cercare un ago in un pagliaio. Fortunatamente dopo qualche tempo è arrivata una seconda telefonata, che chiariva per lo meno l’indirizzo. Lizzana, case Itea. E la polizia si è precipitata lì.
Al loro arrivo, per fortuna, il panorama era decisamente meno drammatico di quanto si immaginava. A usare la violenza era stata la donna, un’anziana classe ‘47. Ieri mattina si è svegliata e ha sentito che era scattato qualcosa. Ha preso un martello e ha colpito il compagno, che era nella sua stanza a dormire, e la figlia, anche lei ancora a letto.
Il primo a reagire è stato lui, che pur dolorante e sanguinante si è alzato e l’ha fermata. A quel punto lei ha avuto quello che sembra un collasso nervoso: all’arrivo della polizia era svenuta. Ed è stata portata al pronto soccorso. Anche le vittime della violenza inaspettata sono finite al Santa Maria del Carmine: avevano entrambi una ferita sulla testa che aveva provocato un trauma, con una lesione, ma nulla in grado di metterli in pericolo di vita. E paradossalmente entrambi sembra abbiano iniziato a preoccuparsi più per le condizioni dell’anziana donna che per se stessi.
Lei - anche di concerto con la procura, ovviamente, - è stata affidata alle cure di uno psichiatra, con il quale ha accettato di parlare. Ma senza spiegare cosa sia accaduto. Sembra - ma su questo è presto per dare certezze - che nemmeno lei riesca a spiegarsi l’accaduto e sia disperata per quanto fatto. Certo è che attualmente è ricoverata in psichiatria ad Arco. Dal punto di vista giudiziario, si sta andando verso la denuncia per lesioni aggravate.
Quanto al contesto in cui è sfociata la violenza, la polizia sta lavorando su due filoni, connessi per altro tra loro. La ludopatia, problema che sembra aver toccato la donna, e che le avrebbe creato, come spesso accade in questi casi, problemi finanziari tali da portarla a non pagare l’affitto all’Itea per un anno e mezzo. Dall’altra, l’arrivo proprio ieri dei funzionari Itea, per eseguire lo sfratto. Provvedimento di cui, par di capire, né il compagno né la figlia erano a conoscenza: il contratto era a nome della signora. Una delle ipotesi in campo è che lei abbia tenuto nascosti i problemi alla famiglia e che ieri, vedendosi ormai in un angolo, abbia reagito così. Una violenza figlia della disperazione e del disagio.