Invece di andare a scuola rubano felpe e magliette in un negozio della città
Invece di andare a scuola, hanno marinato. E fin qui, diciamo che è quasi tradizione, almeno una volta nella vita.
Solo che loro - due sedicenni trentini - hanno deciso di uccidere la noia della mattinata rifacendosi il guardaroba. Al negozio Scout di Rovereto hanno rubato via 500 euro di roba, e altri prodotti (molti meno sia per quantità che per valore) se li volevano prendere al negozio Saponeria. Ovviamente è finita male: beccati dalla polizia, sono stati denunciati alla procura dei minori. Ed ora dovranno rispondere di quanto fatto non solo alla scuola e alla famiglia - che già basta per metterli nei guai, probabilmente - ma pure alla procura dei minorenni. E ai due negozi che volevano raggirare.
L’episodio risale a venerdì scorso e rischia di essere emblematico. Perché - spiegano a mezza voce nei due negozi presi di mira - sempre più spesso sono i giovanissimi che tentano di rubare, o che ci riescono proprio. Non si tratta di criminali incalliti: probabilmente la vivono come una bravata. Ma danneggiano anche pesantemente i negozi che hanno la sventura di incrociare la loro strada.
Venerdì, come detto, i due sedicenni non sono entrati in classe. Per farsi passare la mattinata hanno deciso di trascorrere del tempo nei negozi della città. Il primo scelto è stato Scout, in via Fontana, un esercizio che propone capi d’abbigliamento anche delle marche più in voga tra i ragazzi. Sono entrati in due momenti.
«All’inizio sono venuti e hanno chiesto informazioni su un paio di pantaloni, e poi hanno dato un’occhiata in giro, prima di uscire - spiegano dal negozio - dopo un’oretta sono tornati. Hanno salutato e sono andati dentro una delle sale». In quel momento i due commessi erano occupati, loro in poco tempo hanno preso quel che volevano: felpe e magliette. Tante abbastanza da far salire il conto potenziale a 500 euro, che ovviamente non hanno pagato. Poi se ne sono andati, senza passare dalla cassa.
A quel punto devono aver pensato che era stato facile, e che forse potevano proseguire una carriera avviata così brillantemente. Ma di vestiti non ne volevano più.
Sono entrati a «La saponeria», in corso Rosmini. Ma lì a fregarli è stato il sistema anti taccheggio: suonato quello, la titolare del negozio ha gentilmente chiesto loro di mostrare il maltolto. I due non hanno nemmeno tentato il bluff. Hanno riconsegnato quanto arraffato illecitamente, mentre arrivava la polizia. Visto che erano minorenni, si pensava di chiuderla lì. Solo che mentre dagli zaini - e da sotto le maglie - tiravano fuori i profumi rubati, la negoziante ha notato i vestiti. Tanti. «Mi hanno detto che avevano fatto spese da Scout - racconta - lì per lì ci ho anche creduto. Poi ho visto la polizia fuori dal negozio d’abbigliamento e ho capito che quegli abiti potevano essere rubati e sono entrata ad avvisare». Una buona idea, in effetti.
Il resto l’ha fatto la polizia: gli uomini del commissariato sono riusciti a rintracciare la ragazzina, che ha ammesso tutto. E poi è stato individuato anche il ragazzino. La merce è stata riconsegnata, ma ormai è danneggiata: per togliere l’anti taccheggio hanno fatto un buco. «I ragazzini sono venuti qui a chiedere scusa, in lacrime, dicono che ripagheranno tutto, probabilmente nemmeno si rendono conto di quanto vale la roba che hanno preso - spiegano da Scout - ormai è così, quasi sempre sono ragazzini, quelli che provano a rubare». «Si, credo che sia perché pensano che non gli possa succedere nulla, perché sono minorenni. Non sanno che rischiano di rovinarsi la vita», confermano a «La Saponeria». In effetti, un brutto voto non era la cosa peggiore che poteva capitare ai due eroi di venerdì. E forse lo capiranno abbastanza in fretta.