Assemblea aperta in Comune per il "nuovo" lungo Leno
Sarà giovedì la serata del debutto ufficiale per il progetto del Lungo Leno che ha dovuto attendere un bel po’ prima di poter esordire pubblicamente e confermare tutte le voci circa la sua bellezza. Ad ammirarne l’eleganza, nella sala della Roggia, a palazzo Pretorio, oltre ai cittadini che vorranno partecipare, anche i rappresentanti dell’amministrazione, dal sindaco Francesco Valduga all’assessore all’ambiente Carlo Plotegher, fino ai presidenti delle circoscrizioni di Lizzanella e della Centro Alberto Galli e Vittorio Potrich e il presidente di Smr. Antonello Galli. Neppure mancherà la Provincia, grazie all’assessore all’agricoltura Giulia Zanotelli e lo staff tecnico dell’ente Bacini montani.
Fuor di metafora, lo studio di fattibilità, i cui costi si aggirano sul milione di euro, progettato dall’architetto Sergio Nuvoloni, per riqualificare l’argine del lungo Leno sinistro fra via Prima Armata e piazza Caduti sul lavoro ha avuto un percorso accidentato fra rinvii e intoppi vari.
La serata ha l’obiettivo di ridare slancio ad un progetto tanto apprezzato quanto trascurato. Commissionato alcuni anni fa dall’amministrazione alla Smr, all’epoca ancora Amr, il progetto nasce con l’esigenza avvertita da più parti di uniformare il lungo Leno sinistro a quello destro. Ma, nonostante questa intenzione, lo studio finisce in un cassetto dell’amministrazione, dove rimane per diverso tempo. In una seconda fase, il progetto viene ripescato, per essere presentato in circoscrizione a Lizzanella dall’assessore Carlo Plotegher.
Ma sui tempi di realizzazione l’amministrazione rimane sul vago. Fino a quando, poco più di un anno e mezzo fa, il presidente della circoscrizione di Lizzanella, cui l’area appartiene, Alberto Galli, rompe gli indugi, sollevando quasi un “caso politico”. In seguito, arriva un altro stop, dovuto questa volta a motivi tecnici. Infatti, dal servizio provinciale Bacini montani, cui l’argine appartiene come demanio idrografico, si fa notare che il progetto ha una sua innegabile coerenza architettonica. Non solo, si riconosce che l’idea da cui nasce è quella di risanare una parte del centro storico, con una pista ciclabile sgombra dai pali della luce, un terrazzino e un parapetto negli ultimi settanta metri che precedono il ponte Prima Armata e due passerelle pedonali in legno e vetro, ai lati del ponte stesso.
Ma proprio il tratto di settanta metri privo di parapetto, hanno fatto notare i tecnici, non può essere occupato da una struttura fissa, poiché deve consentire il passaggio dei mezzi per la manutenzione e per interventi in caso di alluvioni. Da qui la necessità di un secondo confronto, con Provincia, Comune e uffici tecnici dei Bacini per superare una volte per tutte gli ostacoli.
Allo stesso tempo, un intervento come quello elaborato dall’architetto Nuvoloni, se realizzato, migliorerebbe la viabilità delle auto e quella ciclo-pedonale. Infatti, non va dimenticato che in quello stesso tratto di strada sono presenti i parcheggi di piazza dei Caduti del lavoro e di quello dell’oratorio di Santa Maria. Per non parlare di quello dell’ex Bimac, che dopo una prolungata sospensione dovrebbe riaprire i cantieri a breve.