Di nuovo bocconi avvelenati trovata una volpe morta sulle pendici del Monte Ghello
Torna la paura per i bocconi avvelenati in zona Saltaria, Zaffoni e Moietto. È bastato il rinvenimento di una volpe morta a bordo di uno dei sentieri - al momento la carcassa è all’esame degli esperti del corpo forestale - per riaccendere i timori dei residenti delle località, che l’anno scorso furono teatro di una vera e propria strage di animali, sia selvatici che domestici.
Il fenomeno aveva visto l’attivarsi sia del Comune che della Provincia, ma alla fine non era stato possibile identificare gli autori, e ci si era limitati all’affissione di cartelli di avviso generico di pericolo. Anche l’inchiesta aperta in procura a Rovereto, con un fascicolo a carico di ignoti per uccisione di animali, non ha registrato progressi nel corso dell’anno. Uno stallo istituzionale-giudiziario che ha esacerbato i sospetti e il clima di diffidenza tra gli stessi residenti delle frazioni, dove ci si indica a bassa voce come autori dei gesti criminali.
La zona interessata dall’allarme esche è peraltro molto frequentata. Sono tante le persone che hanno scelto di vivere in questi posti, anche per far stare in mezzo alla natura i propri animali pur avendo le comodità della città a meno di cinque minuti d’auto. Molte di più inoltre le persone che scelgono l’area come meta di salutari passeggiate quotidiane in compagnia dei loro amici a quattro zampe.
«Siamo preoccupati - dichiara oggi Bianca Gaifass, ex consigliere comunale residente in quella zona ed autrice della scoperta della carcassa delal volpe -. L’anno scorso è stato particolarmente grave. Ho chiesto più volte all’amministrazione, sia al Comune che alla circoscrizione, di attivare presidi e servizi di controllo, ma spesso inutilmente. Servirebbe anche a mio avviso una sorta di formazione della popolazione. Dovrebbero spiegare ai cittadini come comportarsi in caso di rinvenimento di bocconi avvelenati: cosa fare, chi chiamare, eccetera».
Anche perché, come fa notare la stessa Gaifas, il pericolo di imbattersi in un’esca avvelenata sta molto a cuore a chi ha un animale ma non è da sottovalutare anche per chi in quella zona ci va con dei bambini.
È attivo in Trentino, come previsto da un’ordinanza del ministro della Salute, un Tavolo di coordinamento che ha il compito di coordinare la gestione degli interventi da effettuare e di monitorare il fenomeno. Il tavolo, al quale la Provincia partecipa tramite un veterinario del servizio politiche sanitarie e per la non autosufficienza, è composto da un rappresentante per ciascuno dei seguenti enti: Azienda provinciale per i servizi sanitari, Corpo forestale provinciale, Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, Guardie zoofile, Ordine dei medici veterinari di Trento, Questura di Trento, Comando provinciale Carabinieri e Comando della Guardia di finanza.