Il Comune assume part-time: 83 posti di lavoro nei "lavori socialmente utili"
La povertà, a Rovereto, non è più esclusiva degli stranieri e riporta una società ben lungi dall’aver scavallato di fronte alla crisi non solo economica. Gli autoctoni, d’altro canto, rappresentano il 33% di chi non riesce a sbarcare il lunario. Di questi la metà sono persone fino ad ora sconosciute, i cosiddetti nuovi poveri. E al di là dei senzatetto a crescere più rapidamente sono i senzasoldi, gente costretta a chiedere sostegno finanziario perché disoccupata. Troppo per non cercare di tamponare un’emorragia sociale drammatica.
Nei limiti fissati dalla normativa, il Comune da tempo è sceso in campo per cercare di frenare la discesa agli inferi. Ovviamente non può certo mantenere i cittadini «a sbafo» ma offrire appoggio o, meglio, assistenza lavorativa. Magari a tempo, per pochi mesi e pochi soldi, ma comunque fondamentale non solo per rallentare il dramma occupazionale ma pure per dispensare speranza.
Anche per il 2020 palazzo Pretorio sosterrà posti di lavoro inseriti nell’Intervento 19. E ha messo sul piatto - soldi che poi in gran parte si vedrà restituiti dalla Provincia - 700 mila euro per aiutare 83 disoccupati o comunque persone che, per disagio, non riescono a trovare un mestiere dai privati.
Il progetto, insomma, serve per aiutare i salariati dell’emergenza che opereranno nel verde, nell’abbellimento urbano e rurale gestendo la manutenzione, la pulizia e la sistemazione di sentieri, stradine e siti di interesse pubblico. Ma ci saranno anche compiti «indoor» con riordino testi e archivi della biblioteca civica, del Museo della guerra, del tribunale e dell’ufficio comunale di edilizia privata. Ancora: in ambito intellettuale ci si occuperà di valorizzazione e recupero di testi e documenti della Tartarotti e di materiale di proprietà del Museo Civico oltre al servizio di custodia delle sale espositive e delle mostre nei musei cittadini. Infine, ci sarà pure posto per il sociale con interventi a domicilio a sostegno ed aiuto degli anziani.
Questi nuovi lavoratori temporanei saranno assunti a progetto dalle cooperative che si aggiudicheranno l’appalto. Che non sarà comunque una gara aperta ma una selezione tra almeno tre società. Dei 700 mila euro previsti per l’emergenza occupazione, la maggior parte della spesa sarà coperta dall’Agenzia del Lavoro, comprese assicurazione e mensa degli operai e degli impiegati part-time.
Il Comune ha suddiviso gli interventi in ambiti territoriali e in settori, diciamo così, di manovalanza piuttosto che di concetto.
Per quanto riguarda i lavori di recupero ed abbellimento urbano si parte dal centro e dal Brione con 10 persone. Sfalcio erba, tinteggiatura, manutenzione e gestione del verde sono previste (con 33 addetti) anche a San Giorgio, Lizzana, Lizzanella, Noriglio, Finonchio, Marco e Monte Zugna (trincerone compreso).
In biblioteca opereranno 18 impiegati nel recupero e riordino di testi, documenti e archiviazione di donazioni mentre il Museo Civico occuperà un salariato per la valorizzazione dei propri beni e il Museo della Guerra affiderà a 10 disoccupati la custodia delle mostre e altri 2 compiti di riordino.
I 4 assunti negli uffici giudiziari dovranno invece catalogare e sistemare i documenti negli appositi archivi e lo stesso farà l’unico incaricato destinato all’ufficio edilizia privata.
Infine, 5 lavoratori saranno inseriti nell’aiuto domiciliare, sostegno, accompagnamento e supporto nella vita quotidiana di persone sole, con problemi ma soprattutto anziani.
Nella città della Quercia, insomma, la disoccupazione resta al vertice dell’agenda politica, come e più del resto della provincia, dato che qui la maggiore caratterizzazione industriale-manifatturiera dell’economia ha amplificato le ricadute sociali della crisi.
Ad avere diritto a questa boccata, piccola ma importante, d’ossigeno sono chiaramente i disoccupati residenti a Rovereto, soprattutto gli over 50 che difficilmente riescono a ricollocarsi.