Coronavirus: dopo Futura anche i dipendenti del Mart chiedono la testa di Sgarbi
Dopo le dichiarazioni di Vittorio Sgarbi sul Coronavirus, i dipendenti del Mart chiedono con una lettera le dimissioni del presidente del museo di Rovereto.
«Nelle ultime ore da più parti sono state chieste le dimissioni del Presidente Sgarbi. Noi dipendenti del Mart - scrivono - riteniamo doveroso far sentire anche la nostra voce. Il museo pubblico dovrebbe porsi come centro identitario per la collettività, spazio di etica e inclusione, e le sue azioni dovrebbero essere portate avanti con senso di responsabilità. Riteniamo che al presidente di un’istituzione culturale sia richiesto rispetto per le regole, decoro, sobrietà, secondo quei compiti di rappresentanza che il suo ruolo impone. In questi anni abbiamo lavorato instancabilmente, con dignità e senso del dovere alla costruzione di un museo solido, autorevole, coraggioso. Vorremmo continuare a farlo. E vorremmo farlo con un direttore e una programmazione certa, di medio e lungo periodo, attualmente disattesa».
Ieri le dimissioni di Sgarbi erano state chieste anche dal consigliere provinciale Paolo Ghezzi (Futura).
Tutto inizia con il critico d’arte che posta sul web un video in cui illustra il suo pensiero. Dice la sua - non ce ne voglia, ma ci permettiamo di avanzare sommessamente il dubbio - su una materia che forse non maneggia con grandissima professionalità: la medicina. Più nello specifico, la virologia. Più ancora, il Coronavirus. E in questo l’inventore di «Capra! Capra! Capra!» si mostra più italiano degli italiani. Gli sembra normale spiegare al popolo italico la verità vera su una materia di cui non sa nulla.
Bene. Giusto nel giorno in cui iniziano a girare audio di medici dagli ospedali lombardi, che fanno venire i brividi, lui spiega che non c’è da agitarsi: «Quando questo consiglio dei ministri vi dice che c’è il Coronavirus non credeteci, sono incapaci». O ancora: «Se siete a letto alzatevi, uscite, andate a Codogno». L’ha detto. Davvero. Nelle zone rosse muoiono, lui ci manda il popolo italico in gita.
Il problema è che anche il popolo italico è quel che è. E a tanti potrebbe pure venir in mente di ascoltare Sgarbi. Ecco perché c’è chi si è indignato.
Il primo è stato il consigliere provinciale Alessio Manica (Pd): «Perle di responsabilità, forse dopo essere stato a Codogno programmerà un ampio tour in Trentino per spiegare il complotto - ha scritto Manica su Facebook - Grazie giunta di aver dotato il Trentino di questa inarrivabile risorsa». Più duro Paolo Ghezzi (Futura), che parla di dichiarazioni «inaccettabili e irresponsabili» e chiede «all’assessore Bisesti e al presidente Fugatti, di revocare immediatamente la nomina di Sgarbi e pretendere le scuse per il danno d’immagine ma soprattutto a motivo della pericolosità delle sue esternazioni per la tutela della salute pubblica».