La dura lotta degli operai Sicor: "Situazione gravissima"
Si avvia ad essere “calda” la fine del 2020 in casa Sicor, l’azienda di produzione di componenti per ascensori al centro della più accesa vertenza sindacale degli ultimi anni in Trentino. È notizia di oggi che l’azienda avrebbe, denuncia la Fiom Cgil, disdettato unilateralmente il contratto nazionale dei metalmeccanici. «La sfida dell’amministratore della Sicor alle istituzioni democratiche non si ferma - tuona la Cgil -. La scorsa estate l’azienda aveva rifiutato più volte gli inviti del sindaco di Rovereto ad incontrarsi per trovare una mediazione. Poi è stata la volta del Consiglio provinciale di Trento, che all’unanimità aveva chiesto all’azienda di ritirare le disdette dal contratto nazionale dei metalmeccanici e dei contratti integrativi, richiesta caduta nel vuoto. Ora è persino la volta della magistratura. Mentre infatti il giudice Cuccaro del tribunale di Rovereto sta decidendo in merito alla denuncia per comportamento antisindacale della Sicor (la prima udienza si è tenuta giovedì della scorsa settimana, ndr) l’amministratore delegato ha pensato che proprio questo fosse il momento più propizio per convocare i lavoratori uno ad uno e sottoporre loro, singolarmente, l’adesione al contratto nazionale Cisal-Anpit, sigle pressoché sconosciute. Un contratto che prevede minimi sindacali enormemente inferiori al contratto sinora applicato. Il clima in azienda non dev’essere dei migliori, considerato che chi si rifiuta di firmare si è sentito dire che l’azienda gli invierà a casa una raccomandata. Fiom ritiene gravissimo il comportamento dell’azienda e chiede ancora a politica e società civile di non stare a guardare mentre in una importante realtà produttiva del territorio, che occupa oltre 150 lavoratori e che ha usufruito e continua a usufruire dei benefici dell’autonomia speciale, stanno accadendo fatti mai accaduti in nessuna azienda italiana».