Quindici bagni pubblici in città, ma la gente non lo sa: arriva la segnaletica
La nuova città della Quercia? Pulita e senza sporcaccioni in giro. Detta così può far sorridere ma, regolamento di convivenza civile a parte, Rovereto è l’unico centro urbano d’Italia a vantare una capillare diffusione di bagni pubblici. I tradizionali vespasiani, infatti, un tempo erano disseminati ovunque ma poi, nell’era moderna, i vandali o chi per loro hanno pensato bene di sfruttarli come sfogatoio o come discarica costringendo i Comuni a chiuderli.
Orbene, il capoluogo lagarino ha deciso da tempo di cantare fuori dal coro, riaprendo i gabinetti nei giardini del centro e della periferia e affidando ad una ditta specializzata la pulizia e il decoro degli stessi. Purtroppo, però, dove siano collocati è quasi impossibile saperlo. Perché è vero che sono nei parchi ma chi non li frequenta, e ha un impellente bisogno fisiologico, è costretto a infilarsi nel primo bar aperto. Ammesso che, visti i tempi che corrono, la provincia sia in zona gialla.
A sollevare la questione della visibilità - e a chiedere un nuovo bagno pubblico al ridosso del centro storico, magari al Follone - è stato il gruppo consiliare della Lega con primo firmatario Renato Zucchelli. Che ha fatto... centro. L’assessore Andrea Miniucchi, infatti, oltre ad elencare i 15 vespasiani già attivi (tutti tenuti puliti dalla Loris Service Coop) ha annunciato che ne sarà aperto un altro proprio in piazzale Leoni e che, soprattutto, sarà approntata una segnaletica ad hoc per indirizzare cittadini e turisti nel più vicino luogo attrezzato per liberarsi dagli ingombri organici.
Merita però ricordare che palazzo Pretorio da tempo ha deciso di mantenere attivi i bagni pubblici per evitare a chi frequenta i polmoni verdi dell’urbe di cercare un bar per i bisogni primari e i numeri confermano questo record tricolore assoluto che è forse pure un primato europeo: 16 parchi, 15 vespasiani che diventano 16 grazie all’associazione Ziterna che si occupa dei gabinetti al Moietto. E un altro, come detto, in arrivo al Follone.
Il benessere, dunque, passa anche dal poter stare in un giardino e, all’occorrenza, trovare un posto dove farla senza necessariamente consumare qualcosa a pagamento. Ovviamente i servizi igienici sono sempre nell’occhio del ciclone visto che le famiglie che li affollano nella bella stagione, o nei fine settimana, sono spesso e volentieri inclini alla critica se le toilette sono sporche o, peggio, danneggiate.
Per questo, dunque, dopo aver affidato il servizio alla Pulirapid il Comune ha incaricato del lindore una cooperativa sociale. Che, appunto, si occupa dei giardini Perlasca, Italia, ex Ferrari (Istria), Cornacalda, ex Degasperi, alla Busa, ex Cava Fox (Amico del Brione), ex Debellat a Marco, alle Pozze a Noriglio, San Giorgio, Santa Maria, Collina Brione, Fedrigotti a Borgo Sacco, area verde al Moietto e Dolinì Dubrouc a Marco. In tutti questi polmoni urbani, come detto, sono attivi i bagni, una delle rare città tricolori a vantarne una massiccia presenza. Nei parchi, tra l’altro, nelle stagioni di frequentazione sono attive squadre di volontari per controllare, custodire e garantire il quieto vivere degli astanti. La sperimentazione era partita qualche anno fa a Marco e Lizzana per poi stata estesa ai giardini Perlasca e alla Pista di via Dante. Questo grazie alla collaborazione tra polizia locale e Smr. I custodi nei parchi cittadini, tre collaboratori dell’Azienda municipalizzata, un lustro fa erano stati la risposta dell’amministrazione comunale alle tante lamentele e segnalazioni dei roveretani.