Quattro medici di base in pensione, "e ancora nessun avviso dei sostituti"
Preoccupazione in città per l’approssimarsi della pensione di quattro medici di base, che lasceranno il camice entro fine gennaio, seguiti a marzo da un altro dottore. Il botta e risposta sul tema tra il consigliere provinciale Filippo Degasperi, che sul caso ha depositato una interrogazione al presidente della Provincia Maurizio Fugatti, e il segretario generale Cisl medici del Trentino Nicola Paoli, che ha replicato dicendo che non c’è alcun problema di copertura dei pazienti, non ha rasserenato il quadro. Tanto che oggi la consigliera provinciale dei Verdi Lucia Coppola deposita un’altra interrogazione a Fugatti.
Nel testo depositato si allarga la prospettiva ai prossimi anni quando, calendario alla mano, la maggior parte dei 30 medici in servizio nella città della Quercia andrà in pensione: 19 su 30 dottori sono nati prima del 1960. Criticità di lungo termine, dunque, ma anche urgenza immediata. Perché gran parte dei cittadini in cura dai quattro medici pensionandi (ogni professionista ha in carico 1.500 pazienti, si parla di 6.000 persone in tutto) non ha ricevuto ad oggi alcuna comunicazione dall’Azienda sanitaria. Non solo. Secondo Coppola tra i medici attualmente indicati dall’azienda sanitaria con “disponibilità” di nuovi pazienti ci sarebbero anche i quattro prossimi alla pensione che alcuni assistiti, venuti a sapere per vie indirette del loro pensionamento, hanno lasciato.
«E i medici interessati dal prossimo pensionamento - scrive Coppola - dicono di non avere notizia che l’azienda li sostituisca. Chi telefona al numero apposito si sente dire la stessa cosa, che bisogna trovare assistenza presso i medici già in servizio. Ma per farlo è necessario avere un numero di codice scritto nell’avviso, che però non è ancora stato ricevuto dall’Azienda».
Sembra, argomenta la consigliera dei Verdi, che una sorta di vacatio dell’assistenza del medico di base sia inevitabile, visto che «per cambiare medico bisogna chiedere l’appuntamento all’Azienda sanitaria, ma questo sarà dato solo dopo che i medici interessati avranno concluso il loro servizio, quindi anche se ci fossero medici per tutti ci sarà per molti un’interruzione di un servizio fondamentale».
Per parte sua l’Apss ha emanato un bando straordinario nel novembre scorso che proprio in queste settimane, ricordava Paoli, «arriva alle battute finali di inserimento, con almeno cinque medici che hanno concorso scegliendo Rovereto quale zona di preferenza, per i tre posti messi correttamente a concorso da Apss per 4.000 potenziali pazienti in quella città». Un provvedimento, argomentano dai Verdi, preso troppo tardi e che non impedirà che molti cittadini roveretani saranno per un certo periodo di tempo “scoperti”. Un problema che non si potrà risolvere, concludono, “dirottando” cittadini verso professionisti del resto della Vallagarina. «Se allarghiamo l’indagine al territorio intorno a Rovereto, può essere che l’Azienda cerchi di dirottare utenti nei paesi vicini, ma la situazione è simile: poca disponibilità e molti medici per età prossimi alla pensione».