Franco Zobele lascia la Trattoria “da Pierino”, lo storico locale di Rovereto cerca nuovi gestori
In via Baratieri porzioni abbondanti e prezzi bassi, era il tempio della cucina popolare, dal baccalà alla polenta e capriolo, ma adesso è ora di andare in pensione
ROVERETO. Franco Zobele va in pensione e cede l'attività della storica «Trattoria da Pierino»: il locale che, nato col nome di «Trattoria Alla Posta», vanta la più antica licenza della città. Un primato riferito dallo stesso fondatore (e predecessore di Franco), il 97enne Pierino Darra.
Viviamo tempi in cui la cucina occupa migliaia di ore dell'intrattenimento televisivo. Dalla pasticceria alle gare di abilità, dalle trasmissioni dell'ora di pranzo ai reality in cui i grandi chef giudicano i dilettanti, fino agli approfondimenti sui possibili abbinamenti coi vini; tempi in cui ci si può confrontare sull'esperienza gastronomica vissuta in un ristorante stellato, ma tempi - anche - in cui Rovereto riscopre il legame col più storico e familiare dei suoi locali: la «Trattoria da Pierino».
Un post su Facebook, con l'avviso di cessione di licenza, avviamento e attrezzature, ha scatenato la reazione di tante persone, che hanno commentato sulle pagine dei social network cittadini.
Il locale, va specificato, resta aperto finché non si troverà un nuovo gestore.
In via Baratieri, Franco Zobele e la moglie Nicoletta Rech sono al lavoro anche in questi giorni: «Per dare un servizio abbiamo continuato con l'asporto» spiega Franco. Con lui ripercorriamo la storia sua e del locale. «Il venerdì è sempre stato il giorno del baccalà» e non c'è dubbio che tantissimi clienti conoscono «Pierino» proprio per questa specialità. «Nel periodo del lockdown, quando le regole lo permettono, tuttora ci sono persone che vengono a prenderlo fin da Trento».
Franco è di Carbonare di Folgaria e, nel 1989, ha lasciato il paese dove il fratello Pasquale continua a gestire l'Albergo Centrale.
«Ho iniziato lavorando con Pierino, che è stato proprio come un padre e, per quattro o cinque anni, è venuto spesso a dare una mano. Oltre al baccalà ho cercato di offrire la cucina tipica trentina. Ho alternato polenta, coniglio, capriolo, agnello, goulash. Ho proposto anche cinghiale, trote, scorfani e ovviamente primi piatti e verdure». Oltre al buon cibo, tutti ricordano il clima familiare, le porzioni abbondanti e i prezzi popolari.
«Mi ha sempre affiancato mia moglie e, per 21 anni, abbiamo avuto come storica collaboratrice Irma Bonella, poi altri si sono susseguiti».
Oggi dà una mano anche Silvia Zobele, la nipote di Franco nonché l'autrice del post.
Il locale è sempre stato qui? «Pierino mi raccontava che la prima sede fu dietro la stazione delle corriere, che al tempo aveva tutt'altro aspetto rispetto a oggi; per accedere si scendevano due o tre scalini e c'erano tre o quattro tavoli in tutto. Facendo qualche conto, direi che l'attività iniziò nel 1961».
Oggi dunque si cede la mano: Franco va in pensione e anche la moglie Nicoletta sta per fare lo stesso. Cosa vuol dire lasciare un posto di lavoro dove si è stati per 32 anni?
Sono entrambi a rispondere: «Ci sono state serate piacevoli, magari con qualche amico che ha portato gli strumenti musicali. Qui sono passati anche diversi attori, dopo gli spettacoli al Teatro Zandonai. Si sente un po' il piacere di potersi riposare ma un po' anche la nostalgia di chiudere».
Franco e Nicoletta sono pronti a tornare sull'altopiano di cui sono originari; terranno aperto per valutare le offerte che perverranno, con la speranza di cedere a qualcuno che continui a proporre l'amato baccalà e che, magari, porti avanti la filosofia che Pierino trasmise a Franco: «Mi disse che questa trattoria è come una chiesa: tutti hanno diritto di entrare. Negli anni ho fatto come mi disse lui e non è stato raro servire anche qualche vagabondo, magari con tanto di padelle penzolanti attaccate allo zaino».
La «Trattoria da Perino» è nel cuore dei roveretani, avendo attraversato 60 anni di storia cittadina. Per questo è interessante leggere i commenti sotto al post con cui Silvia Zobele annuncia la cessione dell'attività. Il commento più curioso è quello di Marco, visto da dove scrive: «Quanti ricordi meravigliosi! Ogni tanto, anche da Tokyo dove mi trovo ora, ripenso alle mangiate che ho fatto lì». Cinzia pensa soprattutto al suo piatto preferito: «Noooooo, dovete assolutamente trovare qualcuno che replichi quel baccalà», mentre Andrea, sintetico e genuinamente trentino, spiega: «Quante zene!» Michela prova a trovare una soluzione per non rinunciare alla cucina cui si è affezionata: «Ok... per me asporto da casa tua Franco...».
Il tono scherzoso e nostalgico delle decine di frasi scritte, rende conto dell'affetto verso il locale e i suoi protagonisti. Anche passando davanti alla trattoria, sono molti quelli che si fermano e si affacciano verso l'interno per augurare «buona pensione».