L'addio in lacrime a Daniela Preschern, simbolo dell'inclusione e dello sport
La nota blogger è morta a soli 39 anni durante un nuovo intervento chirurgico dovuto alla sua malattia congenita: «Superavi tutti gli ostacoli con coraggio e umiltà». Era conosciuta nel Web ma anche per la passione per la mountain bike: pur non potendo usare le gambe, aveva adattato una bici alle proprie esigenze. Il marito Luca: il suo progetto social "Dany oltre project" continuerà
ROVERETO. Ciò che resta di una vita è quello che si è dato agli altri.
E Daniela Preschern ha dato tanto.
I suoi funerali si sono svolti ieri pomeriggio in una chiesa di Santa Maria gremita di parenti, colleghi, amici, insegnanti e studenti del don Milani, mentre altri ancora attendevano sul sagrato; tutti uniti dalla gratitudine per il suo sguardo tinto d'azzurro e per il suo sorriso.
«Daniela aveva la capacità - ha ricordato nell'omelia don Rolando Covi - di superare gli ostacoli e di andare oltre con coraggio e umiltà. Questo l'ha resa un esempio per tutti noi».
La notizia della sua improvvisa scomparsa, a soli 39 anni, era arrivata nel tardo pomeriggio di venerdì scorso quando, prima di affrontare l'ennesimo intervento chirurgico, dovuto a una malattia congenita, ha subito un arresto cardiaco.
Daniela era nota per la sua passione per la mountain bike tanto che, pur non potendo usare le gambe, aveva adattato una bici alle sue esigenze.
Ed è vero che fosse una "guerriera", ma a modo suo. Basti pensare alla sua lotta, iniziata a otto anni, contro una malattia rara: pur costretta su una sedia a rotelle era stata in grado di parlare con coraggio e schiettezza del suo travagliato percorso agli studenti dell'istituto don Milani, nell'ambito di un progetto sulla disabilità.
Una vera emozione, tanto più che quelle aule le aveva conosciute bene prima come studentessa e poi in qualità di collaboratrice scolastica.
Ma tanti insegnanti amano ricordarla anche per le sue battute in dialetto trentino, capaci di smorzare un momento di tensione o di commentare un fatto, vedendone sempre il lato ironico.
«Era una sua caratteristica - rammentano alcuni insegnanti - , quella di riuscire a osservare con divertita ironia tutto quello che accadeva. Non di rado il suo sguardo si faceva più ironico e dolce quando capitava di dover ricordare a qualche docente un impegno magari finito nel dimenticatoio. Lì tornava la ragazzina fra i banchi di scuola, divertita di prendere in castagna un professore».
Il don Milani era nel suo cuore: «Questa è la mia terza famiglia, dopo i miei genitori Fabio e Giancarla e mio marito Luca».
Proprio insieme al suo Luca aveva rafforzato la passione per un modello unico di hand bike, a bordo della quale era facile incrociarla di passaggio per le vie del centro, di ritorno con suo marito da una escursione fra i sentieri.
«L'hand bike l'ho costruita - spiegava con fierezza - nel garage di casa mia, con l'aiuto di mio marito. Ho modificato una bike fino a renderla adatta a percorrere i sentieri delle nostre montagne».
Inoltre con Luca aveva avviato un vero e proprio progetto: "Dany oltre project", che diffondeva tramite i social Instagram e Facebook. «Un'iniziativa che non si fermerà - ha promesso in chiesa Luca - e che saprò portare avanti con coraggio, come mi hai insegnato tu».