Allarme vandalismi dilaganti, nei bagni pubblici arriveranno i sanitari d'acciaio
Dai quartieri più decentrati al centro città, i teppisti stanno facendo sempre più danni e le casse pubbliche pagano: nel mirino sopratuttto le strutture nei giardini e gli arredi lungo le passeggiate
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CONTROMISURE/2 Videosorveglianza: occhio mobile sul piazzale dell'Urban city
ROVERETO. «30mila euro buttati per riparare i bagni pubblici e i giochi dei parchi cittadini distrutti da bande di vandali. Una spesa che non risolverà nulla visto che, con buona probabilità, torneranno a distruggere tutto. Per questo l'amministrazione ha pensato di rifarli in acciaio. Ma la risposta della stessa amministrazione non si farà attendere: dalla video-sorveglianza al recupero di chi vive un forte disagio».
È preoccupante il quadro complessivo delle azioni vandaliche che hanno preso come bersaglio i parchi cittadini. Da quelli dei quartieri più decentrati, come il giardino alle pozze di Noriglio e quello di Dolni Dobrouc a Marco, fino a Corna calda di Lizzana e al centralissimo giardino Perlasca di corso Bettini. Tutti sono alla mercè di gruppi di giovani che ormai non possono più essere definiti, più o meno bonariamente, "teppistelli".
Innanzitutto perché i danni costano un impegno straordinario agli operai del cantiere comunale e in alcuni casi l'amministrazione deve ricorrere alle ditte esterne. Ma soprattutto perché i danni per 30mila euro sono quelli registrati negli ultimi 5 mesi. Questo starebbe a dire che fino alla fine dell'anno la cifra potrebbe raddoppiare. In questo modo inciderebbe in modo ancora più pesante sul bilancio comunale, dissanguando i fondi pari a circa 100 mila euro che Palazzo podestà stanzia per l'ordinaria manutenzione.
«Il compito di un'amministrazione - spiega l'assessore Andrea Miniucchi - non si ferma al ripristino di ciò che è stato danneggiato. Al contrario si intende portare avanti una politica di prevenzione per mettere fine a una situazione che si è andata aggravando negli ultimi anni».
In effetti non si può nascondere quanto negli ultimi tempi stia accadendo anche a Rovereto. Dalle risse fra baby gang fino ai pestaggi degli adulti, che osano intromettersi per difendere una vittima, ormai bisogna prendere atto dell'esistenza di un fenomeno, quello della violenza giovanile.
D'altronde è quello che il questore di Trento Alberto Francini ha spiegato un paio di mesi fa. Quando per sincerarsi di quello che sta accadendo, è venuto in città. E ha invitato tutti a non prendere sottogamba il fenomeno baby gang: «Purtroppo si tratta di ragazzi disadattati con famiglie disagiate alle spalle. Ma i loro atti vanno giudicati come prevede la legge. Perché non si tratta di ragazzate».Perciò la giunta Valduga ha cercato di correre ai ripari. Ad esempio incrementando la presenza di telecamere in città, attraverso tre installazioni mobili per la video sorveglianza. D'altra parte esiste anche un altro aspetto che prende il nome di disagio sociale, che sostengono gli esperti, complice la pandemia, si è acuito negli ultimi due anni.
Quindi il fattore di isolamento e chiusura in sé stessi ha reso alcuni adolescenti, alla soglia della maggiore età, più aggressivi. Perciò in questo ambito la giunta ha riposto, promuovendo il dialogo, per frenare il degrado di una parte del mondo giovanile, affidando agli «educatori di strada», della Fondazione Comunità solidale il compito di intervenire.
Detto questo al momento la situazione appare in tutta la sua gravità. «I controlli sono stati fatti - spiega Simonetta Festa, dirigente del Servizio sostenibilità qualità del vivere urbano - nel periodo da settembre 2021 a oggi. Abbiamo registrato sei fenomeni di rilievo. Le zone interessate sono: Lizzana, Noriglio e Marco. Ma anche sul lungo Leno sono state divelte le panche e la recinzione poi finita nel torrente. Gli atti vandalici avvengono nelle ore notturne. In altri casi sono stati rovinati i gabinetti pubblici. Le foto sono impressionanti. Non solo: l'altra mattina è stato bruciato un gioco ai giardini Perlasca. In una situazione normale le risorse sarebbero sufficienti. Ma per questi scriteriati dobbiamo spendere per gli interventi straordinari».