Rovereto, il centro storico è deserto e sta morendo: «Pochissima gente, e non entra più nei negozi»
L’allarme dal «distretto di San Marco», tante attività sono a rischio: «è un dramma, è sparita la clientela abituale. Non solo per noi commercianti che viviamo di questo ma anche per l'immagine stessa della città»
ROVERETO. Il centro storico sta morendo. Meglio, rischia di scomparire almeno per quanto riguarda il tessuto commerciale. A dirlo sono gli stessi negozianti ma, attenzione, non è una lamentela, più che altro una chiamata alle armi di tutti per salvare la città: operatori, associazioni e soprattutto residenti.
Già, perché a spegnere le luci sul salotto buono di Rovereto - quello da cartolina, che piace ai turisti anche se nell'ultimo biennio sono stati trattenuti in casa dal Covid - è proprio l'assenza di passaggio.
A parlare di flussi mancanti è il distretto San Marco, uno dei cinque inventati dalla Rigenerazione urbana per rilanciare l'urbe, che lancia l'allarme ma che, contestualmente, si è messo ventre a terra per resistere.
«Dal primo marzo non gira più nessuno in centro storico. - racconta Micaela Sposito - Prima c'era la pandemia, ora la guerra e la gente, evidentemente, ha paura a passeggiare nella propria città».
E chi non passa davanti alle vetrine in bottega non ci entra. Però in tanti hanno pensato di lasciare la serranda abbassata. «Purtroppo è un momento difficile. A febbraio pensavamo di aver visto la luce in fondo al tunnel poi è arrivata la tragedia: non c'è in giro nessuno, è un dramma, è sparita la clientela abituale. Non solo per noi commercianti che viviamo di questo ma anche per l'immagine stessa della città».
Il clima, però, è decisamente cambiato rispetto al passato. Perché i negozianti hanno deciso di rimboccarsi le maniche e provare a salvare Rovereto, la loro e la nostra Rovereto. Come? Animandola in prima persona. Ecco dunque che sabato, festa del papà, ci sarà la manifestazione «Metti un gelsomino... ed è primavera».
Tutti, nella zona di via Rialto e dintorni, pianteranno proprio un gelsomino. «Perché vogliamo più verde e, magari, più pulizia: cestini, portacenere ma anche rastrelliere per le bici e panchine. Dobbiamo riportare il passeggio in centro storico e possiamo farlo con una città accogliente e sicura».
Il distretto San Marco, dunque, scende in campo deciso. E al Comune chiede innanzitutto «l'eliminazione delle zone d'ombra. Ci sono posti nascosti che mettono paura». Come, per esempio i sottoportici del Leone e del Ghetto, spesso trasformati in urinatoi o, all'occorrenza, in dormitori di fortuna. E che, non a caso, saranno rilanciati con un grande murale e con la realizzazione del muro della solidarietà.
Insomma, i commercianti cercheranno di far vivere il centro. Invitando i residenti e riprendere possesso del loro quartiere. E lo slogan, per capirci, è «una città più bella, più verde, più pulita, con più decoro».
La divisione dell'urbe in distretti dello shopping, tra l'altro, ha avuto il merito di aggregare. Tant'è che proprio da San Marco parte l'annuncio di voler collaborare con gli altri quattro settori, senza invidie e gelosie. «La strategia deve essere quella altrimenti non andiamo da nessuna parte. - ricorda Tiziana Ziglio - Prima si guardava il vicino di bottega come un concorrente; ora abbiamo capito che dobbiamo darci una mano tutti per uscire da questa situazione. Ovviamente ognuno con le proprie specicità. In San Marco, per esempio, siamo gli unici a non ospitare alcuna grande catena, non c'è merchandising ma negozi di roveretani». Un appello, dunque, proprio ai roveretani a non abbandonarli per non svuotare il centro storico.