Parità di genere nel lessico: ecco il nuovo regolamento comunale
D'ora in avanti in tutti gli atti ufficiali si parlerà di consigliere e consigliera, sindaco e sindaca, assessora e assessore. Rimane invariato solo il termine presidente
ROVERETO. Possibilità, in caso di altre emergenze, di radunarsi da remoto - in videoconferenza - ma, soprattutto, rilettura totale del testo per rispettare la terminologia femminile. Il consiglio comunale sta per cambiare il proprio regolamento. O, meglio, sta per correggerlo rendendolo più «rosa».
L'ultima volta che il civico consesso ha messo mano al prontuario è stato a fine 2013 con un aggiornamento degli articoli. In questi ultimi dieci anni la società è però cambiata per almeno due motivi: il lessico, che dopo una lunga lotta è riuscito a porre una parità di genere nelle parole, e il Covid, che ha cancellato la socializzazione obbligando le persone a dialogare online e non più in presenza.
Partiamo del nuovo regolamento «rosa» dove si è provato a rendere giustizia a tutti. Ecco dunque che dove si parla di consiglieri si è aggiunto anche consigliere, ci sono poi il sindaco e la sindaca, gli assessori e le assessore i cittadini e le cittadine, gli elettori e le elettrici.
L'unico termine rimasto invariato, ma supportato dall'articolo opportuno, è presidente.
Tutto il regolamento del consiglio comunale - che determina ogni passaggio dell'aula Malfatti, compreso il decoro negli interventi - è stato dunque riscritto aggiungendo accanto ai termini maschili anche quelli femminili. Il passaggio più corposo, che non a caso ha comportato un'appendice di ulteriori cinque articoli, è stato però «suggerito» dal Covid. Nel gennaio 2020, infatti, l'Organizzazione mondiale della sanità ha stabilito «emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale» l'epidemia di coronavirus sviluppatasi inizialmente in Cina e poi diffusasi in tutto il mondo.
Il consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020 ha dichiarato, per sei mesi, lo stato di emergenza sul territorio nazionale in conseguenza del rischio sanitario connesso all'insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili. Il governo italiano ha in seguito prorogato a più riprese lo stato di emergenza, da ultimo fino al 31 marzo scorso. Si è reso dunque necessario individuare nuove modalità per consentire il regolare funzionamento degli organi collegiali con un nuova regola che normasse le sedute di enti pubblici nonostante il divieto di incontrarsi. Di fatto si è introdotta la videoconferenza con la possibilità di riunioni via computer ma sempre rispettando i criteri della trasparenza e della tracciabilità.
Ora che l'emergenza pare archiviata, il consiglio comunale, domani, dovrà votare comunque la variazione del proprio regolamento proprio per inserire l'eventualità di ricorrere alle adunate online, quindi a distanza, in caso di bisogno. Tant'è il primo articolo della nuova appendice parla proprio di questo. Il comma 1 recita testuale: «Le sedute degli organi collegiali, e delle commissioni, possono svolgersi anche attraverso l'uso di strumenti informatici con modalità che consentano di identificare con certezza i partecipanti, sulla base di norme regolamentari o atti organizzativi del/della presidente del consiglio che stabiliscano i casi e le condizioni di svolgimento delle sedute, individuino i sistemi che assicurino la sicurezza, la regolarità e - ove previsto - la pubblicità delle riunioni e la gradualità della loro applicazione anche in relazione al venir meno di un eventuale stato di emergenza».
I commi 3 e 4, infine, ricordano che «qualora circostanze eccezionali di sicurezza delle persone lo richiedano, e sia stato dichiarato lo stato di emergenza, è consentita la partecipazione alle sedute del consiglio comunale, della conferenza dei capogruppo e delle commissioni consiliari/comunali in modalità "a distanza"» e che «la decisione è assunta dal/la presidente del consiglio, sentita la conferenza dei capigruppo ed è comunicata ai/le consiglieri/e nell'avviso di convocazione della seduta».