Spinelli, l'assessore «tecnico» che non ama parlare di politica (ma sarà in lista per Fugatti)
Ha sciolto la riserva, si confronterà con il voto degli elettori: «Sono un liberale. In tanti mi chiedono di esserci, posso fare da collante a una coalizione che guarda a destra»
ROVERETO. Parla poco di politica, di quella «partitica» almeno, ma alla fine l'«assessore tecnico» Achille Spinelli conferma: il prossimo anno si candiderà alle elezioni provinciali. Dove? In una lista civica a sostegno del presidente Maurizio Fugatti.
«In tanti mi stanno ponendo la stessa domanda. E mi fa piacere che a chiedermi di esserci sia soprattutto la gente comune ma anche gli imprenditori, gli artigiani. Ho capito che la gente si aspetta qualcosa da me e quindi ci sarò perché credo in questo progetto». I
Riserve sciolte, e avanti con un nuovo ruolo, politico stavolta. Spinelli, d'altro canto, è quello che di fatto ha in mano la borsa della Provincia ma, appunto, da tecnico. La svolta, invece, è quasi epocale visto che è la prima volta che si presenta alle elezioni per ricevere voti. Ha deciso, in altre parole, di mettere fuori la testa anche per rilanciare la propria azione amministrativa.
«L'importante per me è che ci sia serietà ed etica. E per etica intendo che se hai in mano soldi pubblici li devi spendere bene oppure è meglio che te ne vai».
Di farsi una lista propria, oppure di infilarsi in quella di Fugatti, è prematuro parlarne. «Non so come ci si organizzerà. Io ci sono, mi interessano i programmi e il resto sono dettagli. Se poi si ci sarà una lista Fugatti o con un altro nome poco importa, sono dettagli che si vedranno in seguito».
La presenza di Spinelli, però, va oltre l'attività svolta da tecnico in questa legislatura. Perché, politicamente parlando, rappresenterebbe il moderato capace di attirare gli indecisi o i delusi ma non, appunto, gli estremisti.
Lei è uno di centro? «Mi definirei più un liberale, le gabbie non mi piacciono a partire da quelle economiche. Ma se posso fare da collante ad una coalizione di centro che guarda a destra ben venga. In fin dei conti se si riesce a mettere insieme qualcuno con la voglia di fare bene per il Trentino non importano le etichette politiche».
Cosa troverebbe in lei un elettore? «Una persona a cui piace ascoltare e che preferisce la critica al complimento. Perché la critica può anche farti cambiare idea se ti rendi conto di avere sbagliato mentre il complimento ti imbroda».
La sua prima esperienza in campo, come detto, è da assessore tecnico, scelto direttamente dal presidente a guidare un assessorato fondamentale come quello dello sviluppo economico. Tra un anno, però, si presenterà agli elettori per essere votato, appunto, dal popolo, per essere scelto con una croce su una scheda. E questa è anche una sorta di scommessa. «Se posso dare una mano ci sono e con il presidente Fugatti c'è un'intesa perfetta, c'è massima collaborazione e non c'è mai stata una discussione ma nemmeno un litigio. E questo mi piace perché amo il gioco di squadra. Come ho detto io ci sono perché credo che si possa fare bene e credo che gli elettori questo lo capiscano».
La presenza di Achille Spinelli, tra l'altro, potrebbe essere determinante per la nuova coalizione a guida leghista. Quella che ha cambiato i connotati a piazza Dante dopo anni di guida centrosinistra. Anche se questo potrebbe mettere fuori gioco Fratelli d'Italia, l'ala destra della coalizione. Perché questa squadra a guida Fugatti, per vincere, potrebbe essere obbligata ad imbarcare il Patt sacrificando, per ovvie ragioni, il partito di destra che in Trentino ha sempre attecchito poco.
«Il Patt ha sempre gravitato nell'area di centrosinistra ma non è escluso che possa sposare un progetto con baricentro in centro. I suoi elettori potrebbero essere convinti da un programma di salvaguardia dell'autonomia e di sviluppo del Trentino. L'importante è mettere insieme una squadra che sappia progettare il futuro insieme. Ripeto, per me è fondamentale il lavoro di gruppo, anche con chi la pensa diversamente. E credo che il Patt, in questo progetto, potrebbe starci dentro».
Le prossime elezioni, tra l'altro, si giocheranno anche sull'affluenza alle urne. «L'elettore è stufo, questo è vero, ed ha scarsa considerazione della politica. Ma questo, purtroppo, è anche determinato da gente che è andata a votare senza pensare alla qualità del voto, senza sostenere chi proponeva davvero qualcosa».