L'ex assessore Farinati: «Molti lavori pubblici sono in ritardo»
Sono 45 i cantieri aggiudicati o in corso, per un valore totale di 10 milioni di euro. Ma per l'ex membro della giunta ci sono molti dossier aperti e in sospeso che dovrebbero essere accelerati
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ROVERETO. Tra gennaio e luglio di quest'anno in Vallagarina sono stati aggiudicati o sono in corso 45 lavori pubblici per un valore totale di 10 milioni di euro. Quelli in capo al Comune di Rovereto sono dodici, per 2,4 milioni di euro. Le opere pubbliche sono in netto aumento rispetto all'anno scorso e in questo aiutano la ripresa economica.
Per l'ex assessore roveretano Paolo Farinati, però, la parte di Rovereto in questa ripresa è ancora troppo limitata: ci sono molti dossier aperti e in sospeso che dovrebbero essere accelerati.
«I soggetti pubblici hanno sempre il dovere e la responsabilità keynesiani di stimolare l'economia reale, specialmente in momenti di crisi post pandemia come quelli che stiamo ancora vivendo - afferma Farinati - Bene, quindi, che Trentino Sviluppo continui ad investire in Progetto Manifattura e nell'infrastrutturazione della zona Casotte, spazi produttivi e innovativi individuati peraltro da visioni nate circa quindici anni fa. Come ci piace che Itea collochi nuove risorse nella nostra valle: qui speriamo venga pure finalmente ultimata la nuova sede dell'Azienda sanitaria in via Lungo Leno Sinistro nel quartiere di Santa Maria».
Bene quindi la ripresa dei lavori pubblici, anche se Farinati ricorda che «veniamo da un 2021 dove la Vallagarina ha sofferto, e non poco, di scarsità di investimenti pubblici. Ma, se mi è concesso da vecchio pubblico amministratore, quello su cui vorrei soffermarmi è la minima quota del Comune di Rovereto sulla cifra complessiva destinata agli investimenti in Vallagarina. Parliamo di circa 2 milioni di euro su un bilancio di previsione complessivo di oltre 122 milioni di euro per l'anno 2022. Purtroppo, questo si aggiunge all'enorme avanzo di bilancio 2021 nei capitoli in conto capitale di oltre 20 milioni di euro per investimenti non fatti. I bilanci hanno un senso politico e amministrativo solo se sono rispettati. Sono un atto di responsabilità, di credibilità e di affidabilità verso i cittadini, oltre che verso il Consiglio comunale che li ha votati».
«La mia speranza - dice Farinati - è che l'amministrazione comunale di Rovereto abbia ben presenti le necessità della città. Di investimenti importanti e strategici di competenza comunale ve ne sono parecchi, vari e anche assai urgenti da anni». Tra gli esempi, Farinati ricorda «le due urgenti Rsa di piazzale Defrancesco, il cantiere è iniziato nel novembre 2009, e di via Ronchi, circa 5 milioni di euro regalati ad un privato nel 2014».
Proprio pochi giorni fa il Comune ha pubblicato l'avviso sulla fine dei lavori, dopo dodici anni, della nuova residenza sanitaria di piazzale Defrancesco, costata oltre 13 milioni di euro. Alla lista, Farinati aggiunge «la bretella che dovrebbe unire la zona Mira a viale Caproni, alleggerendo così il traffico parassita su Lizzana e Lizzanella e aggiungendo un tassello fondamentale alla sperabile futura effettiva tangenziale della città e della Vallagarina prevista nel Piano urbanistico provinciale fin dal 2008, progetto che risolverebbe pure definitivamente il problema del traffico su Sant'Ilario». E ancora «la dolorosa realtà dell'eterna incompiuta cittadina dell'area strategica del Follone, dove parcheggio interrato, studentato e parco pubblico sarebbero la panacea alle molte lunghe attese cittadine. Sull'edilizia scolastica citiamo e attendiamo fatti, e non solo annunci, sulla nuova sede dell'istituto Depero, sullo spazio da 0 a 6 anni a Borgo Sacco, sull'allargamento dell'istituto Marconi, solo per fare alcuni esempi».
«Criticabile» è poi lo stato manutentivo delle strade comunali. «Ricordo però con un certo comprensibile onore e orgoglio - sottolinea Farinati - che dal 2005 al 2010 ho fatto parte di una giunta municipale capace responsabilmente di fare in cinque anni ben 184 milioni di euro di investimenti in città. E il Patto di stabilità era molto stringente in quegli anni».In conclusione, dice Farinati, «invito i nostri pubblici amministratori ad essere un po' più solerti. Le risorse non mancano. È quasi sempre una questione di visione, di coraggio, di determinazione, di responsabilità».