Rovereto / L'emergenza

"Parcheggiate" ai Lavini di Marco già mille tonnellate di rifiuti in attesa di finire fuori provincia

Si tratta di residuo secco proveniente da tutto il Trentino e destinato all'inceneritore di Bolzano che però è fermo per manutenzione. L'Agenzia provinciale per l'ambiente ha deciso di elevare la capacità di deposito da 5.000 a 6.000 tonnellate. Nel frattempo il Trentino pensa al progetto di un proprio termovalizzatore

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di Francesco Terreri

TRENTO. Ai Lavini di Marco sono depositate mille tonnellate di rifiuto residuo proveniente da tutto il Trentino. Sono lì, in quella che doveva essere la ex discarica, perché gli altri siti di stoccaggio provvisorio in provincia sono chiusi e un ulteriore aggravio c'è stato dopo l'incendio nella discarica di Ischia Podetti a Trento.

Il materiale è in attesa di essere smistato e smaltito in termovalorizzatori fuori provincia, prima di tutto a Bolzano, dove però attualmente l'impianto è fermo per manutenzione. In queste condizioni l'Appa, l'Agenzia provinciale per l'ambiente, ha dovuto fare un provvedimento per elevare la capacità di deposito dei Lavini da 5.000 a 6.000 tonnellate.

L'autorizzazione è per tre anni, ma l'obiettivo è che la discarica non sia più necessaria prima di quella scadenza, soprattutto se si arriva ad una soluzione trentina per il trattamento del residuo. Intanto però Rovereto è diventato il maggior centro di raccolta del rifiuto indifferenziato prodotto in provincia.Il caso era emerso a seguito di un'interrogazione dei consiglieri provinciali del Patt Paola Demagri e Michele Dallapiccola (l'Adige di sabato 1° ottobre). Ora si chiariscono i dettagli dell'operazione.

La discarica dei Lavini di Marco è già in fase di bonifica, ma al suo interno era rimasta la previsione di un'area di stoccaggio di rifiuti fino a 5.000 metri cubi, equivalenti all'incirca ad altrettante tonnellate. Di recente un provvedimento dell'Appa ha alzato questo limite a 6.000 tonnellate.

Il motivo, dicono all'Agenzia per l'ambiente, è che si stanno cercando aree sicure e decentrate per depositare provvisoriamente il rifiuto residuo, in attesa di forme di smaltimento fuori provincia, in primo luogo nei termovalorizzatori.

Nel frattempo le discariche di Monclassico e Imer sono state dichiarate chiuse e c'è stato l'incendio a Ischia Podetti. D'altra parte il termovalorizzatore di Bolzano, principale destinazione dei rifiuti trentini, è chiuso ancora per qualche settimana per lavori di manutenzione.

Sono in corso le gare per il servizio di trattamento, recupero e trasporto del rifiuto secco indifferenziato presso impianti di termovalorizzazione o produzione di combustibile solido secondario (css). Il bando è per un massimo di 19.000 tonnellate.

Ma le offerte faticano ad arrivare perché i costi del conferimento rifiuti sono aumentati e i prezzi previsti nel bando non erano adeguati. Ora sono stati corretti e dovrebbero portare all'assegnazione del servizio.Nel frattempo i rifiuti vanno depositati da qualche parte e ora tocca a Rovereto.

La localizzazione, dicono all'Appa, è anche favorevole per i trasferimenti a sud, con risparmio di costi di trasporto. L'Appa ha autorizzato il deposito provvisorio applicando recenti norme sull'accumulo di rifiuti temporanei che riducono il rischio di incendio. Per ora la capacità dei Lavini di Marco è utilizzata per un sesto circa. I materiali dovrebbero essere portati progressivamente a destinazione.

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