L’ultimo saluto a Lorenza Spagnolli, una vita dedicata al prossimo e ai più deboli
È scomparsa all’età di 65 anni dopo un breve periodo di malattia la «mamma di tanti». In pensione dal 2020, dopo aver lavorato come assistente sociale, è stata una delle figure chiave del volontariato roveretano. Nella mattinata di oggi, sabato 18 marzo, la cerimonia funebre in Santa Caterina
IL VIDEO Il doloroso addio a Lorenza Spagnolli
ROVERETO. Lorenza Spagnolli, la «mamma di tanti», è volata in cielo. Nata il 10 agosto 1957, nel giorno di San Lorenzo, è scomparsa martedì pomeriggio (14 marzo) dopo un breve periodo di malattia. Figura storica del volontariato lagarino, ruota motrice delle iniziative della parrocchia di Santa Caterina, Spagnolli è stata anche una delle assistenti sociali più apprezzate del territorio.
La notizia della sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile nel volontariato. Ha donato la sua vita al prossimo, impegnandosi a sanare le ferite che affliggevano soprattutto le persone più umili. È stata un faro per gli anziani, per le famiglie e soprattutto per i più giovani. Cresciuta a Isera, ha lavorato come assistente sociale (era in pensione da tre anni) per la Comunità di Valle senza dimenticare le sue radici, vale a dire la parrocchia di Santa Caterina dove era cresciuta prima e dove aveva collaborato in seguito insieme ai gruppi giovani e adulti. Frequente era la sua collaborazione con la Caritas roveretana.
Spagnolli aveva fondato l'associazione LuciCate e la cooperativa Girasole. In particolare, per l'associazione si era recata più volte a Bucarest per aiutare i bambini che vivevano in condizioni di povertà e a Campina (sempre in Romania) nella struttura per ragazzi «Casa Sperantei». Il ricordo di lei, moglie di Flavio Canal e mamma di Elisa e Stefano, è affidata alle dolci memorie di sua figlia.
«Non era "solo" mia madre, ma era la mamma di tante persone. Il cancello e la porta di casa nostra è sempre stato aperto per chiunque avesse bisogno. Mia madre ci teneva tanto ad amare il prossimo. Ha vissuto tra le mura di Santa Caterina - prosegue Elisa nel suo racconto - e ha messo le mani sulle questioni difficili di Rovereto e della Vallagarina».
Di queste ultime ne aveva fatto un'autentica missione di vita. «Ha svolto il suo lavoro di assistente sociale con passione, serietà e rispetto». E poi, non poteva non amare «stare con gli altri. Trovava sempre il lato positivo di ogni situazione», spiega Elisa sorridendo. Queste qualità di Lorenza Spagnolli erano accompagnate da una forte tenacia che, come sottolineato dalla figlia, faceva di lei una persona «tosta e determinata».
Una cosa era certa: «le ingiustizie non le andavano proprio giù». Infine, il difficile momento dell'addio: «Se n'è andata senza soffrire. Nel corso dei primi giorni di febbraio è arrivata la prima diagnosi e ci ha lasciato nel giro di 20 giorni. Era stata ricoverata per poco più di due settimane al reparto di oncologia a Trento. Si sentiva serena - dice Elisa - sapeva che c'era da lottare e non vedeva l'ora di realizzare alcuni progetti, tra cui un viaggio in camper con mio padre».
Le lodi per il suo operato all'insegna dell'amore e del rispetto (in particolar modo) degli emarginati sono state tessute anche dall'assessore alle politiche sociali, politiche per l'integrazione e la coesione sociale del Comune di Rovereto, Mauro Previdi: «Ho un bel ricordo di Lorenza. Era una persona straordinaria, con una semplicità e una generosità fuori dal comune, in particolar modo per ciò che riguardava i problemi delle persone. Per questo - sottolinea Previdi - era un esempio per tutti. Non solo di generosità, ma anche e soprattutto di cittadinanza attiva. Non posso far altro che ringraziarla per tutto ciò che ha fatto».
A proposito della cittadinanza attiva Spagnolli aveva, tra l'altro, collaborato anche con Officina Comune, un gruppo di cittadini roveretani che si sono riconosciuti nella necessità di condividere percorsi di formazione politica e creare spazi di confronto e di riflessione per immaginare il futuro della Città di Rovereto. «Lorenza era impegnata in tante attività di volontariato - spiega Alessandro Vaccari, capo portavoce di Officina Comune - ed era una parte attiva del nostro gruppo. Era come una madre per noi: un sicuro e prezioso punto d'appoggio su cui contare».
Senza cercare visibilità, come precisa Vaccari: «Preferiva che si parlasse del "noi", non contemplava l'"io». I pregi di Spagnolli non riguardavano esclusivamente il suo lato strettamente professionale. Infatti, «era una persona indispensabile in termini di mediazione e insisteva sulla partecipazione della cittadinanza alle decisioni politiche». «Lei era una di quelle persone così buone che non si pensava che potesse capitarle qualcosa del genere», ammette Ivonne Peroni, tesoriera del Comitato dell'associazione per la pace e per i diritti umani. «Era molto sensibile sul tema degli ultimi e dei migranti. Sempre disponibile, attenta e gentile». Oggi, sabato 18 marzo, alle 11.30 si sono svolti i funerali in Santa Caterina.