"Made in Rovereto" il biofertilizzante che riduce i contaminanti negli ortaggi
Brevettato dalla startup innovativa Antifemo, insediata in Progetto Manifattura, è stato testato nei campi sperimentali del Cnr a Sassari e premiato dalla Fondazione Italia-Usa: "Nei pomodori coltivati con il nostro biofertilizzante, la diminuzione della concentrazione di alcuni contaminanti, molto nocivi e in grado di dare fenomeni di bioaccumulo, come il piombo (-80%) e il cadmio (-84%)”
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ROVERETO. Per Antifemo il primo trimestre del 2023 si è rivelato particolarmente positivo. A inizio marzo, la startup innovativa nata in Sicilia e insediata in Progetto Manifattura a Rovereto, polo della green economy di Trentino Sviluppo, si è infatti vista assegnare dalla Fondazione Italia-USA il Premio America Innovazione.
Ma non solo: da poco l’impresa ha chiuso con successo la sperimentazione del proprio biofertilizzante NP-bioTech nei campi dell’Istituto ISPAAM del Consiglio Nazionale delle Ricerche e dell’Università di Sassari.
Lo studio ha visto coinvolte due varietà di pomodori e ha rilevato come l’impiego del biofertilizzante di Antifemo riduca la presenza di elementi contaminanti, nocivi alla salute, e aumenti la presenza di sostanze utili all’organismo umano, quali antiossidanti e minerali.
La startup innovativa Antifemo è stata fondata a Gela, in Sicilia, ed ha quindi aperto una sede operativa a Rovereto nel polo green di Trentino Sviluppo. Determinante, nella scelta di Antifemo di aprire una sede operativa in Trentino, l’attenzione che questo territorio da sempre attribuisce al tema della sostenibilità e la possibilità di sviluppare – in collaborazione con le locali fondazioni di ricerca – nuovi casi studio e di applicazione della tecnologia NP-bioTech ad altre produzioni agricole, in particolare a quella vitivinicola.
Il biofertilizzante NP-bioTech riduce la concentrazione di alcuni contaminanti come piombo e cadmio negli ortaggi e aumenta la presenza di elementi minerali amici dell’organismo umano, quali calcio, potassio, zinco e ferro.
All’interno dell’incubatore Progetto Manifattura il chimico industriale Fabrizio Nardo e il suo team, già detentori di diversi brevetti nazionali e internazionali, hanno progettato un processo di compostaggio rapido avanzato con un nuovo sistema biocatalitico in grado di trasformare in biofertilizzante anche materiali di scarto che non fermentano.
Il processo, accelerato e inodore, permette di trasformare in compost anche scarti dell’industria agroalimentare che prima dovevano essere smaltiti in altro modo, come il “pastazzo di agrumi” (bucce, semi e polpa) e i fanghi di depurazione prodotti dal depuratore aziendale.
Ciò fa sì che le imprese agroalimentari diventino delle vere e proprie aziende a rifiuti zero. Non solo, infatti, non dovranno più pagare per lo smaltimento dei rifiuti, ma anzi, secondo i principi propri dell’economia circolare, potranno ricavarne un guadagno trasformandoli in un prodotto di pregio. Infatti il fertilizzante prodotto con la tecnologia NP-bioTech è stato registrato nella sezione speciale per l’uso in agricoltura biologica nel registro del Ministero dell’Agricoltura.
Lo scorso anno, il processo è stato inserito dalla Commissione europea nella “European Circular Economy Stakeholder Platform”, il portale europeo che raccoglie le buone pratiche per l’economia circolare. A premiare l’inventiva di Antifemo, anche la Fondazione Italia-USA, che a inizio marzo 2023 ha insignito la startup del “Premio America Innovazione 2023”, riservato ai talenti imprenditoriali italiani che hanno ideato e realizzato delle startup innovative e competitive nel mondo del mercato e delle sfide globali.
Qualche giorno fa, infine, l’azienda ha concluso un prestigioso studio sperimentale, che a breve verrà pubblicato su una rivista scientifica internazionale. Lo studio ha visto coinvolti i dipartimenti di Agraria dell’Università di Sassari e del Politecnico delle Marche, l’Istituto per il Sistema Produzione Animale in Ambiente Mediterraneo del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISPAAM – CNR). La sperimentazione è stata condotta proprio nei campi agronomici sperimentali di quest’ultimo a Sassari, su due varietà di pomodori: il Varrone e lo Zucchero 1. Entrambe le varietà sono state fertilizzate per metà con un concime tradizionale e per metà con il biofertilizzante NP-bioTech di Antifemo.
«Tra i risultati ottenuti – spiega Nardo – merita di essere evidenziata, nei pomodori coltivati con il nostro biofertilizzante, la diminuzione della concentrazione di alcuni contaminanti, molto nocivi e in grado di dare fenomeni di bioaccumulo, come il piombo (-80%) e il cadmio (-84%).
Al contempo è stato osservato un aumento di concentrazione di sostanze indispensabili per l’organismo umano come il calcio, il potassio, lo zinco ed il ferro. Un altro aspetto interessante che merita ulteriori approfondimenti riguarda la crescita della concentrazione di alcuni elementi antiossidanti come i polifenoli (+33%), flavonoidi totali (+35%)».
«La tecnologia NP-bioTech - conclude il chimico – può essere applicata vantaggiosamente su un ampio spettro di rifiuti organici, come fanghi, digestati, FORSU, e altri, riducendo di oltre l’85% il ricorso a inceneritori e discariche».