Corte dei Conti, il sindaco Valduga tira dritto: «Non mi faccio certo intimorire, vado avanti per la mia strada»
Il primo cittadino di Rovereto, colpito ancora una volta dai magistrati contabili per la scelta di nominare direttore generale del Comune Mauro Amadori, non si perde d’animo e ribadisce la volontà di guidare la coalizione di centrosinistra autonomista alle elezioni provinciali del 22 ottobre
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PRECEDENTE Per la Procura della Corte dei conti quella nomina è illegittima
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ROVERETO. Francesco Valduga va avanti, tira dritto sulla sua strada e rimanda al mittente le accuse. «Non mi ritiro di certo dalla competizione politica. Sono convinto di aver agito correttamente e quindi vado avanti nel mio percorso. Queste azioni non mi intimidiscono. Sono sorpreso che si vada a pregiudicare una situazione su cui abbiamo fatto appello». La tempistica, in effetti, fa pensare. Valduga, però, tiene botta.
«Ripeto, non mi faccio certo intimidire da queste cose. Siamo forti sia a livello politico che giudiziario: da un lato ci sono infatti le motivazioni sulla prima condanna della corte dei conti e su questo abbiamo già presentato le nostre istanze e siamo in grado di dimostrare che abbiamo agito bene, dall'altro lato, in effetti, c'è qualcosa che non torna. Se però si insiste sulla scelta di Mauro Amadori come direttore generale io la confermo perché, dati alla mano, ha migliorato il Comune».
Fin qui c'è la questione legale. Ma la ripercussione inutile nasconderci dietro un dito, è politica. Questo «scappellotto» le fa fare marcia indietro? «Giammai! Ci siamo riuniti come forze di coalizione e ho deciso di andare avanti perché sono convinto di quello che ho fatto». Francesco Valduga, in altre parole, rimane il leader del centrosinistra autonomista a prescindere dagli attacchi esterni.
Dal punto di vista giuridico, la palla passa all'avvocato del sindaco, Natale Callipari. «In questa sede non è il caso di discutere delle problematiche giuridiche che hanno la loro naturale sede avanti la corte dei conti. Quello che conta, anche da un punto di vista politico, è il fatto che Francesco Valduga non ha mai detto quanto riferito in udienza dal legale del segretario comunale Di Giorgio, riportato in sentenza e dallo stesso negato, ovvero "di mettersi da parte" nell'ambito della procedura selettiva che ha portato alla nomina di Mauro Amadori a direttore generale del Comune di Rovereto. É da aggiungere che, poiché il sindaco ha ritenuto che Amadori avesse lavorato bene, raggiungendo tutti gli obiettivi affidatigli, non poteva che rinnovargli l'incarico di direttore generale, anche a tutela della continuità amministrativa dell'ente. Su questo la procura ha ritenuto diversamente di intravedere un ulteriore danno a carico di Valduga e nonostante le sue controdeduzioni inviate, di rinviarlo a giudizio».
Insomma, la difesa del sindaco è convinta di portare a casa il risultato nonostante il nuovo «attacco» da parte della procura della Corte dei conti. La sensazione di trovarsi di fronte ad un attacco frontale, da parte di Valduga e del centrosinistra ovviamente, è però palese. Perché le due cose sono distinte ma, forse, unite: da una parte c'è la magistratura contabile che chiede soldi, dall'altra c'è una corsa al trono per governare il Trentino. E su questo punto il candidato presidente del centrosinistra autonomista Francesco Valduga non ha alcuna intenzione di cedere il passo: «Io ci sono fino alla fine, al di là degli attacchi. Non mi faccio certo spaventare da agenti esterni anche perché sono sicuro di aver sempre agito bene e nell'interesse della comunità».