Ambulante roveretano ucciso a calci e pugni a Verona, il dolore degli amici: “Non meritava questa fine”
Gli organi di Massimiliano Bincoletto sono stati espiantati dopo il consenso avuto dal figlio Manuel rientrato dalla Germania, era una persona molto conosciuta in città come a Verona dove si era trasferito da tempo
VERONA Morto dopo l'aggressione, la vittima è trentina
ROVERETO. Cordoglio e rabbia per la morte di Massimiliano Bincoletto, 68 anni, l’ex commerciante ambulante conosciuto in città per la sua attività e per aver vissuto molti anni alle Fucine, morto a Verona dopo 14 giorni di agonia. Nella città scaligera il 25 agosto era stato aggredito, secondo testimonianze e da quanto emerso dalle indagini degli investigatori, a calci e pugni in faccia da un 49enne georgiano che poco prima aveva invitato ad un chiosco nella zona dello stadio Bentegodi.
Bincoletto, i cui organi sono stati espiantati dopo il consenso avuto dal figlio Manuel rientrato dalla Germania, era una persona molto conosciuta in città come a Verona dove si era trasferito da tempo.
«Era benvoluto da tutti e dispiace davvero per quanto è successo. No, non meritava in nessun modo la fine che ha fatto» racconta uno degli amici che abitano nella zona del Bentegodi. «Veniva ogni giorno a comprare qualche rivista da me per consegnarla a domicilio ad alcuni anziani» ha riferito l’edicolante di piazzale Olimpia al quotidiano veronese l’Arena.