Caso Amadori, la Corte dei Conti chiede i danni a Valduga: mezzo milione
La nomina del direttore generale del Comune, quando era sindaco, porta il neo-consigliere provinciale a difendersi: due cause, ma con i tempi lunghissimi
ROVERETO. Il caso Valduga-Amadori è ben lungi dall'essere risolto. Almeno per quanto riguarda la corte dei conti che contesta l'assunzione del direttore generale e chiede ristoro dei costi sostenuti dal Comune di Rovereto per quel ruolo, a dire dei magistrati contabili, che non potrebbe ricoprire.
Dopo la prima mazzata - che ha coinvolto tutta l'ex giunta comunale, la prima guidata dall'ex sindaco - è arrivata la seconda richiesta della procura. Che, se confermata, presenta un conto decisamente alto: oltre mezzo milione di euro.
In ballo, però, c'è ancora il secondo grado ed è qui che i tempi si dilatano in maniera incredibile. La sentenza di condanna di primo grado, infatti, risale a due anni fa ma l'appello non è ancora stato fissato. E da Roma fanno sapere che si arriverà, forse, alla fine del primo semestre 2024. E, a dirla tutta, ci sarebbe anche la Cassazione in caso di ricorso di una della due parti che, detta tutta, emetterebbe il verdetto definitivo tra qualche bell'anno.
Nel frattempo, a Trento si è tenuta un'altra udienza per danno erariale, stavolta nei confronti del solo Francesco Valduga. «Reo», secondo il procuratore, di aver confermato l'incarico a Mauro Amadori nonostante la corte, con condanna appunto, avesse stabilito che quell'assunzione era sbagliata e, per giunta, dolosa. In ballo, però, come detto c'è il secondo grado di giudizio della madre del procedimento che potrebbe stravolgere tutto. Ieri, comunque, i giudici hanno trattato e discusso la causa bis ascoltando le tesi di procura e difesa. Poi, come da prassi, si sono riservati di decidere se congelare la decisione in attesa del primo appello o se emettere una sentenza. E la risposta, per capirci, si avrà solo tra qualche settimana.
«Da parte mia resto fiducioso, come sempre. - si limita a commentare Francesco Valduga - Quello che ho sostenuto l'altra volta lo ribadisco: abbiamo agito correttamente».Questa seconda richiesta di pagamento, come detto, riguarda solo l'ex primo cittadino (dimessosi per candidarsi alla guida della Provincia) ed è pesante: oltre 461mila euro che si aggiungono agli altri 112mila definiti con sentenza. Di primo grado, ovviamente, e quindi, nonostante sia contestato il dolo, finché non arriverà la condanna definitiva si resta nel limbo. Intanto in aula si è dibattuto, chiaramente partendo dalla prima causa da cui discende questa.
«L'operato del sindaco - sostiene la procura - era già stato oggetto del vaglio da parte della corte che aveva condannato Valduga, unitamente alla giunta comunale, per aver conferito, per il periodo 2015-2020, l'incarico di dirigente a tempo determinato e, immediatamente dopo, quello di direttore generale ad Amadori. Il sindaco, nonostante avesse già ricevuto la contestazione sull'assenza dei requisiti di Amadori, ha reiterato, con atti adottati in prima persona, il conferimento dell'incarico sino alla fine del mandato di sindaco». Insomma, l'ulteriore mazzata è rivolta al solo Valduga. Perché la scelta di tenersi il direttore è stata esclusivamente sua e, appunto, reiterata.