Rovereto, parla l'anziana derubata nel parcheggio del supermercato: «Io, truffata con le monetine»
La sua amarezza: “I ladri si sono portati via la borsa che per me conteneva un po' di denaro contante, le medicine per mia figlia disabile, il telefono cellulare ed una serie di documenti che vanno dalla patente di guida alla carta d'identità”
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ROVERETO. Sono talmente tante e talmente fantasiose che è difficile tenere il conto. Quando si parla di truffe (o di raggiri) non ci sono limiti alla diabolica fantasia di chi pur di spillare soldi (soprattutto alle persone più anziane) si inventa davvero di tutto. Ora ai falsi danni agli specchietti retrovisori delle auto che nella realtà non si sono mai toccate (o quella dei truffatori era già danneggiata) e al fantomatico nipote protagonista di un incidente fermato in caserma che aspetta la cauzione per tornare in libertà (tutto già successo a Rovereto) ecco comparire un nuovo raggiro: la "truffa delle monetine".
Di solito i malviventi agiscono nei pressi di negozi o supermercati. Dopo essersi appostati, inquadrano l'obiettivo di turno attendendo il momento in cui appoggia borsetta o marsupio sul sedile del lato passeggero: mentre uno butta delle monetine per terra, invitando il malcapitato a raccoglierle, il complice agisce in modo fulmineo e si impossessa degli averi della vittima.
«Anche quella doveva capitarmi. è stata una cosa odiosa ed ho pianto per tre giorni, al di là del disagio per bloccare i conti del bancomat e per rifare tutti i documenti. Ma ho deciso di venire al giornale (la donna è passata ieri nella nostra redazione di corso Rosmini ndr) per mettere in guardia le altre persone, soprattutto chi ha una certa età: non cascateci, lasciate perdere a quello che vi dicono e allontanatevi immediatamente» racconta la donna di 75 anni caduta nella trappola dei truffatori.
È lei che racconta per filo e per segno come è andata. «Sabato attorno alle 10 sono uscita dal supermercato Poli di via Craffonara con la mia spesa per dirigermi alla mia auto nel parcheggio. Mi accorgo di un'auto scura che mi segue, pensando che si trattasse di qualcuno alla ricerca di un posto libero. Vedrai, ho pensato, che aspettano che esca per parcheggiare loro. Ma così non è stato: dopo aver aperto la portiera della macchina, una ragazza, una moracciona, mi ha bussato al finestrino dicendomi: "Guardi che le sono cadute delle monetine". Ho controllato un attimo prima di rispondere "no, non ho perso nulla".
E lei ha insistito "guardi meglio sotto la macchina...". Non ho però avuto nemmeno il tempo di dire baf che quella (ma lo scoprirà poco più tardi ndr) in un battibaleno si è aperta la portiera e di è portata via la borsa che per me conteneva un po' di denaro contante, le medicine per mia figlia disabile, il telefono cellulare ed una serie di documenti che vanno dalla patente di guida alla carta d'identità. Lì per lì non pensavo assolutamente che fosse entrata nella mia auto, ma quando pochissimi istanti dopo, arrivata a casa in via Segantini, volevo prendere la borsa dal sedile mi sono accorta che non c'era più. A quel punto ho realizzato la storia delle monetine».
Nel frattempo la ladra (o meglio i ladri visto che sicuramente la moracciona aveva almeno un complice) con il bancomat ha prelevato dal conto della settantacinquenne 1000 euro. «No, non avevo il pin nel portafoglio. Non so come abbiano fatto ad entrare nel mio conto. Spero ora, dopo la denuncia del furto, di non perdere almeno i soldi. Persi invece il telefono cellulare e tutti i documenti che adesso sono costretta a rifare. E già questo, oltre ai costi, è un disagio. Ma c'è di peggio perché - racconta la signora - mi ha preso lo sconforto per essere stata raggirata in questo modo e per tre giorni ho continuato a piangere. Sentirsi truffati o derubati in questo modo ti fa stare malissimo perché ora metti in dubbio le tue capacità di saper reagire a queste situazioni. E' come mi avessero portato via qualcosa che avevo dentro di me. E chissà con quante altre persone questi farabutti hanno agito in questo modo prendendo di mira soprattutto anziani. E proprio per evitare che quello che è accaduto a me succeda anche ad altri mi sono fatta forza e mi sono decisa a venire a raccontarlo al giornale...»