La questione moschea infiamma già la campagna elettorale
La Lega: sabato parte la raccolta firme per dire no. Verdi e Sinistra: libertà di culto e rispetto per tutti. In sé il progetto del centro culturale islamico all'ex Raffaelli sulla statale non aveva destato reazioni forti, ma sono emerse dopo il post del consigliere comunale Omar Korichi sul diritto dell'Iran a colpire Israele
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IMAM "Moschea a Trento, facciamola tutti insieme"
TRENTO. «Tranquilli, la raccolta di firme partirà a giorni. Il tempo per predisporre i moduli e da sabato daremo il via a questa nostra iniziativa per impedire la realizzazione della moschea...».
Villiam Angeli, capogruppo consiliare della Lega, al gazebo in corso Rosmini con un gruppo di sostenitori, è soddisfatto dell'interesse suscitato dalla sua proposta: «Una sessantina di persone si sono presentate in poche ore chiedendo di poter firmare... Abbiamo detto di pazientare un po'. Questa secondo noi è la testimonianza di quanto la questione moschea sia sentita dai roveretani. In realtà era così anche in passato, ma ora con una proposta che appare concreta e con quello che ha detto Korichi siamo arrivati ad un momento cruciale».
Il centro culturale islamico all'ex Raffaelli sulla statale è approdato prepotentemente al centro della campagna elettorale. In realtà la presentazione del progetto in sé non aveva destato forti reazioni contrastanti, che invece sono emerse dopo il famoso post del consigliere comunale Omar Korichi (promotore di una raccolta fondi per la costruzione della moschea) con il diritto alla difesa dell'Iran che «ora dovrebbe radere al suolo Israele visto che Israele ha bombardato e ammazzato 11 persone colpendo l'ambasciata iraniana in Iraq».
Affermazioni condannate da tutte le forze politiche con la Lega che subito ha promosso la raccolta firme.
«Non siamo contrari alla moschea ma non condividiamo la visione di Korichi: noi siamo per la discussione, l'apertura e la tolleranza come riportato nel nostro programma elettorale - affermano dal gazebo quasi difronte alla Lega Michele De Candia e Antonella Pavese di Alleanza Verdi e Sinistra per Giulia Robol - Massima attenzione alla convivenza e integrazione di diversa lingua, cultura ed etnia ma no a posizioni estremiste. Integrazione e rispetto reciproco valorizzando le differenze...».
«Promuovere e incoraggiare un dialogo costruttivo che porti a una pace definitiva e duratura tra il popolo palestinese e quello israeliano» è la via da seguire per Pasquale Del Prete, candidato di Futura Rovereto (gruppo nel quale militava Korichi ndr) nelle liste del Pd. E dopo aver concordato con le parole di netta condanna da parte della sindaca Giulia Robol sottolinea che «nonostante i tentativi di Korichi di giustificare le sue parole come un'invocazione provocatoria per sensibilizzare sull'oppressione del popolo palestinese da parte di Israele, è essenziale riconoscere che l'idea di "radere al suolo Israele" non può essere interpretata in senso metaforico. Tale espressione costituisce un autentico appello alla violenza - afferma Del Prete - e in un contesto già segnato da sofferenze e tensioni storiche, rischia solo di alimentare ulteriori conflitti e violenze. La complessità del conflitto israelo-palestinese richiede un approccio riflessivo, equilibrato e rispettoso da parte di tutti coloro che si occupano di politica e diplomazia».
E venerdì, promosso da Conventus, alle 18 nella sala degli Specchi in corso Rosmini 30 si andrà "Alle radici del conflitto israelo-palestinese" con il professor Martino Diez perché "no, non è cominciato tutto il 7 ottobre": «Il conflitto in atto come conseguenza dell'attacco terroristico di Hamas - scrivono i promotori - è frutto di una situazione di tensione che parte da lontano ed è cresciuta negli anni anche in proporzione all'estensione della presenza israeliana delle colonie».
[nella foto di archivio Ansa, preghiera in una moschea in Germania]