Rovereto / L'iniziativa

Studenti contro il bullismo: protocollo fra Polo Veronesi e tribunale per i minorenni

L'idea di collaborazione è nata dai ragazzi che, grazie ai rappresentanti di istituto, sono riusciti a far sentire la loro voce dopo essere stati al centro di dibattiti e critiche per alcuni episodi avvenuti all'interno della scuola
IL CASO Rovereto, la denuncia di una mamma
BULLISMO L'indagine tra gli studenti e i professori

di Agnese Sartori

TRENTO. «Noi studenti a volte sbagliamo ed è giusto che per questo paghiamo delle conseguenze, ma possiamo cambiare, e non dobbiamo essere identificati con i nostri errori. Sbagliamo ma facciamo anche tante cose belle».

Così Lucia Brida, una delle rappresentanti del Polo Veronesi, ha introdotto il protocollo di collaborazione tra i ragazzi dell'istituto roveretano e il tribunale per i minorenni di Trento.

L'idea di collaborazione è nata proprio dai ragazzi che, grazie ai rappresentanti di istituto, sono riusciti a far sentire la loro voce dopo essere stati al centro di dibattiti e critiche per alcuni episodi avvenuti all'interno della scuola, come la rissa fra studenti in aula, ripresa da un video che ha fatto il giro del web. «Il punto di forza di questo patto è proprio il fatto che sia un'iniziativa nata da un disagio vissuto dei ragazzi. Noi come educatori abbiamo solo fatto da tramite con le istituzioni e supportato il loro progetto standogli accanto» spiega la dirigente scolastica Laura Scalfi. Con questo progetto il Veronesi punta all'educazione, alla prevenzione e a rendere i ragazzi protagonisti del percorso verso le regole, progettandole con loro, garantendo strumenti economici e sociali.

Un progetto significativo, quello del protocollo, che si declina in obiettivi generali, azioni puntuali e laboratori di legalità con il fine di promuovere la consapevolezza tra i giovani dai 14 ai 18 anni sui rischi associati alla microcriminalità, al bullismo, allo spaccio e alla violenza. Un percorso di formazione e sensibilizzazione che coinvolgerà anche docenti e famiglie.

«Educare in greco significa "togliere fuori" - ha esordito il presidente del tribunale per i minorenni, Giuseppe Spadaro - e questo è l'obiettivo che con questo protocollo ci poniamo: quello di "togliere fuori" il meglio dagli allievi». Con la firma di questo protocollo inizia un progetto ampio che pone al centro gli studenti come artefici del proprio futuro ma che, per diventare uomini e donne con principi e valori, hanno bisogno di uno spazio di dialogo e formazione che vada a contrastare il disagio giovanile. Disagio che sta dilagando in Italia visti i dati di un recente rapporto che evidenzia che oltre il 35% degli studenti tra i 12 e i 17 anni ha sperimentato forme di bullismo, e quasi il 5% ha avuto accesso a sostanze illegali attraverso le reti scolastiche. Un progetto importante per gli studenti e, spiegano i rappresentanti degli studenti Ilaria, Christian e Alessia «siamo lieti di questa collaborazione e coglieremo il massimo da questa esperienza e faremo sì che ogni singolo studente non prenda superficialmente questa esperienza». Una collaborazione importante che porterà gli studenti a ragionare sulle conseguenze delle azioni grazie alle esperienze che saranno riportate da veri testimoni.

Infatti, il presidente Spadaro è pronto ad affrontare un vero e proprio percorso con i ragazzi facendo luce sulle ragioni sociali che portano lo scaturire della criminalità e, dando modo ai ragazzi, di constatare direttamente le conseguenze dell'agire illecito attraverso la testimonianza di ragazzi che hanno sbagliato, hanno subito la giusta punizione, ma ai quali è stata offerta una chances di riscatto. Non solo un percorso alla legalità, ma alla legalità per l'inclusività.

«Non vogliamo lasciare indietro nessuno - ha detto il presidente del Polo Veronesi Mirto Benoni - la scuola si adopera per aiutare i ragazzi nel percorso in quanto un domani saranno le donne e gli uomini della nostra società, ogni risultato inizialmente negativo quando si traduce in positivo è segno che abbiamo adempiuto con dedizione e consapevolezza al nostro lavoro».

 

comments powered by Disqus