L'ultimo abbraccio a Gianfranco Pedri, imprenditore illuminato
Questo pomeriggio, nella chiesa parrocchiale di Santa Maria, una folla ha dato l'addio a una figura di primo piano dell'economia locale, che fu anche presidente di Confindustria Trento
ROVERETO. Questo pomeriggio, nella chiesa parrocchiale di Santa Maria, una folla ha dato l'addio a Gianfranco Pedri, noto imprenditore roveretano e già presidente di Confindustria Trento.
Molti gli attestati di stima rivolti a Pedri alla notizia della scomparsa, a partire dall’Associazione degli industriali: «Attore di primo piano dell’industria trentina, Pedri è stato fra i pionieri dello sviluppo economico del nostro territorio. Ha animato la rappresentanza industriale facendosi promotore anche di importanti iniziative a favore dello sviluppo territoriale. Presidente di Confindustria Trento dal 2001, nel 2007 passò il testimone a Ilaria Vescovi. Rimase sempre vicino alla nostra Associazione anche in seguito, fino a che, a causa della malattia, si ritirò a vita privata, confortato dai due figli, Marco e Paolo»
Lorenzo Dellai: «Gianfranco Pedri è stato per me, nel mio periodo di presidente della Provincia, un interlocutore prezioso. Lo ricordo come entusiasta propugnatore di una politica “di sistema”. Essere imprenditore e industriale - e presidente di Confindustria - era per lui un modo esigente per rafforzare e qualificare la nostra Comunità Autonoma. Ha dato un contributo essenziale ad esperienze importanti di sistema: cito per tutte la nascita di “Iniziative Urbane”, con lo scopo di evitare il rischio di speculazioni di basso profilo nel riuso dell’area lasciata libera a Trento dalla Michelin e la costituzione di Finanziaria Trentina, nata nell’ottica di finalizzare gli investimenti privati per far crescere la capacità competitiva del nostro tessuto economico. Ha dato una bella testimonianza umana e civile, che a maggior ragione oggi deve servire di stimolo a tutti».
Donata Loss, ex vicesindaco: «Ricordo con quanta curiosità attenta seguiva la campagna elettorale dove ero candidata per la lista “Cara città”. Sembrava sinceramente attratto da quella assoluta novità, disposto a dare fiducia a quella che si annunciava come un “unicum” ancora mai visto. Come componente della Fondazione Caritro è stato altrettanto coraggioso nel sostegno all’idea delle Scienze cognitive, anche quella una novità assoluta nel panorama delle proposte universitarie per Rovereto. Sempre discreto, disposto al dialogo per capire e pronto ad investire sulle novità anche come presidente degli industriali. Per questo voglio ricordarlo con grande stima ed ammirazione, una persona che non si è mai tirata indietro se vedeva che c’era qualcosa di buono da fare per lo sviluppo industriale e culturale della città nel solco di una tradizione che ci ha resi protagonisti nel panorama provinciale. E Gianfranco è stato un protagonista generoso della nostra storia».