Giustizia / Il tema

Caso Forti, a Rovereto una nuova serata sul libro "Le bugie di Chico"

Dopo l'affollato evento del 3 ottobre scorso nel capoluogo, Unarma (Associazione sindacale carabinieri) ne propone uno il 25 novembre, con la partecipazione dell'autore, il criminologo Marco Strano, e della grafologa forense Cristina Sartori

TRENTO Caso Forti, in molti alla presentazione del libro "Le bugie di Chico"
POLEMICA Lo zio Gianni attacca i contenuti del libro, Unarma risponde

IL LIBRO L'autore è un criminologo, ex carabiniere
SINDACATO "Subito in permesso, che amarezza, due pesi e due misure"

ROVERETO. Seconda presentazione in Trentino, dopo quella del 3 ottobre scorso in una sala affollata all'NH Hotel delle Albere, per il volume "Le bugie di Chico. Un ergastolano che ci ha ingannati tutti per vent’anni", scritto dal criminologo Marco Strano.

L'appuntamento ora è a Rovereto, il 25 novembre 2024, alle 20.30, nella sala della Filarmonica di corso Rosmini.

Anche in questo caso l'iniziativa è di Unarma (Associazione sindacale carabinieri) e la conduttrice della serata sarà di nuovo la grafologa forense Cristina Sartori.

"Molti trentini perbene - scrive Unarma annunciando l'evento -  si sono sentiti ingannati dalla campagna mediatica innocentista a senso unico e hanno richiesto con forza l’organizzazione di un nuovo e più approfondito evento in Trentino che possa gettare luce sulla intricata vicenda giudiziaria di Chico Forti. Ci si aspetta una grande affluenza di persone. L’ingresso alla manifestazione è libero e a tutti i partecipanti sarà offerta una copia gratuita del libro in formato elettronico".

Il libro analizza la vicenda processuale di Forti e la condanna all'ergastolo per l'omicidio dell'uomo d'affari Dale Pike. Una condanna che secondo l'analisi svolta da Marco Strano, ex ufficiale dei carabinieri, fu giusta e motivata.

Il criminologo ritiene, insomma, che la campagna innocentista per Chico Forti non sia suffragata da elementi emersi nelle indagini. Ciò, precisa, senza nessuna volontà di accanirsi nei riguardi del condannato, ma in difesa dell'operato degli investigatori americani.

Come noto, di parere totalmente opposto sono non solo lo stesso Forti, che anche dopo il ritorno in Italia (accolto a Ciampino dalla stessa premier Giorgia Meloni - non senza successive polemiche - e poi trasferito nel carcere di Verona) ha continuato a proclamersi innocente, ma anche dei molti che sostengono le sue ragioni in Trentino e non solo.

Gianni Forti, zio di Chico e da sempre in prima linea nella battaglia innocentista, aveva bollato l'appuntamento con la presentazione del libro come «una provocazione».

In un comunicato dei giorni scorsi Unarma sosteneva Marco Strano e il «coraggio dimostrato nell'affrontare un tema così controverso come il caso di Chico Forti».

«Esprimiamo piena solidarietà al nostro direttore del dipartimento di psicologia militare e di polizia di Unarma, Marco Strano, per il coraggio dimostrato nell’affrontare un tema così controverso come il caso Chico Forti. Il suo libro, “Le bugie di Chico – Un ergastolano che ci ha ingannati tutti per vent’anni”, non ha alcuna finalità di lucro essendo gratuito e direttamente scaricabile dal web, e che solleva interrogativi profondi su un caso che ha diviso l’opinione pubblica per due decenni», scrive l'associazione.

Il volume di Strano, realizzato con il contributo di Thomas Bisaschi, Ursula Franco, Claudio Giusti, Jasna Legisa, Lucia Codato, Andrea Ciocca e Pasquale Castronuovo, si apre con una precisazione significativa: "Questo libro è stato da noi realizzato ba- sandoci sulla documentazione originale del processo, su informazioni provenienti da operatori di polizia della Florida, su fonti aperte statunitensi, recandoci nei luoghi pubblici interessati all’omicidio di Dale Pike e attraverso interviste con persone che all’epoca dei fatti sono state coinvolte a va- rio titolo nella vicenda".

Nella prefazione, il generale Garofano scrive fra l'altro: "(...) Ma siamo sicuri che la presunta estraneità di Chico Forti, così fortemente sostenuta dalla maggioranza delle persone, anche attraverso la realizzazione di programmi televisivi ad hoc e di libri esclusivamente dedicati al caso, sia il risultato di uno studio approfondito degli Atti?

O siamo le vittime di quello strano (e pericoloso) fenomeno sociale che si concretizza come un processo di condizionamento collettivo, già definito da Leonardo Sciascia su El Pais, circa 40 anni fa, in un articolo pubblicato nel 1987: «Quando l’opinione pubblica appare divisa su un qualche clamoroso caso giudiziario - divisa in “innocentisti” e “colpevolisti” - in effetti la divisione non avvienesulla conoscenza degli elementi processuali a carico dell’imputato o a suo favore, ma per impressioni di simpatia o antipatia.

Come uno scommettere su una partita di calcio o su una corsa di cavalli». (...)  È un libro che finalmente fa chiarezza sul caso di Enrico “Chico” Forti e spazza via tutti coloro che fino a oggi hanno ingannato l’opinione pubblica".

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