Ladri di offerte: nella chiesa di San Marco si "pescano" le monete infilate nelle cassette delle candele dai fedeli
I furti sono all'ordine del giorno. Ovvio, si tratta di poca cosa ma danno comunque fastidio. E domenica qualcuno ha provato a portare via un crocefisso di ottone, uno di quelli che impreziosisce gli altari delle navate di San Marco
ROVERETO. Chiese aperte ma, proprio per questo, in balia dei ladri. Occhio, non certo degli Arsenio Lupin di turno ma di chi, tutto sommato, cercare di sbarcare il lunario. Tanto che, nonostante alcune telecamere in funzione, nei templi religiosi della città si tenta di evitare la visione visto che, per dire, stiamo parlando di poche decine di euro. I mariuoli, però, in chiesa ci vanno e rubano. Rubano, per dire, le elemosine, soldini che la gente offre accendendo una candela o invocando la protezione divina.
«Eh, che sia un problema è risaputo. - racconta il sagrestano - E il sistema è sempre lo stesso: un ferro o un bastoncino con attaccato lo scotch biadesivo che, non a caso, troviamo in terra spesso e volentieri».
Ma che fanno i ladri? «É gente disperata. Pesca le monete ma alla fine non è chissà quale incasso anche perché rispetto ad un tempo i fedeli che lasciano soldini sono sempre meno».Poi, chiaro, ci sono le eccezioni. «Certo, ogni tanto troviamo buste con banconote lasciate sotto i tappetini degli altari».Il furto di elemosine, però, sta diventando un problema. Per carità, non si tratta del colpo del secolo ma certo è qualcosa che dà fastidio. «Sì, assolutamente perché davvero rubare le monetine fa impressione anche se ci rendiamo conto che si tratta di disperati».
E la risposta, di conseguenza, è niente denuncia. Però i 50 centesimi o gli euro che si infilano nella fessura per accendere una candela al caro estinto dovrebbero sostenere la Chiesa mentre qualcuno, con la pesca di «frodo», se ne impossessa impunemente.
I furti, per dire, sono all'ordine del giorno. Ovvio, si tratta di poca cosa ma danno comunque fastidio. E domenica qualcuno ha provato a portare via un crocefisso di ottone, uno di quelli che impreziosisce gli altari delle navate di San Marco.
Ma sicuri che sia un furto? «Boh, forse l'hanno mollato lì perché pesava troppo anche perché non vale tanto». Forse, oppure poteva servire come arma per qualcos'altro, difficile dirlo. Certo è che, in altre città italiane, le chiese sono state chiuse proprio per evitare furti. «Noi no, la chiesa è aperta dalle 9 alle 18 per permettere a chiunque di entrare e pregare, di sentirsi a casa, nella casa del Signore».