Max Bincoletto, fu omicidio colposo: per la Corte l’ambulante roveretano morì per le percosse
Nella notte del 25 agosto 2023 a Verona l’uomo, 68 anni, ebbe una discussione con un trentenne georgiano: poi fu trovato a terra in condizioni critiche e morì il 7 settembre
IL FATTO Ambulante roveretano ucciso a calci e pugni
ROVERETO. L'accusa aveva chiesto la condanna a 4 anni e 5 mesi per omicidio preterintenzionale. Per la difesa, invece, l'imputato andava assolto. Di diverso avviso la Corte d'Assise di Verona che ha condannato l'imputato, un trentenne georgiano, ad 1 anno e 8 mesi per omicidio colposo. Si è chiuso così il processo in primo grado per la morte dell'ambulante roveretano Massimiliano (per tutti Max) Bincoletto, 68 anni, deceduto all'ospedale della città scaligera il 7 settembre 2023 ad un paio di settimane di distanza dalla lite scoppiata per futili motivi in piazzale Olimpia.
L'episodio risale alla tarda ora del 25 agosto di due anni fa. Bincoletto, che da tempo viveva in una roulotte nella città scaligera, quella sera si era seduto al tavolo di un chiosco nella zona dello stadio Bentegodi assieme ad amico per trascorrere qualche ora in compagnia di un amico: quattro chiacchiere, una sigaretta e una birra in una calda notte d'estate che induce a tirar tardi.
Ad un certo punto a Max Bincoletto si avvicina un giovane straniero, che risulterà poi essere il trentenne georgiano David Silaghadze arrestato il 14 settembre 2023 a Favaro Veneto con l'accusa di omicidio preterintenzionale, per chiedergli una sigaretta. Gli fu rifiutata e a quel punto la serata prende una brutta piega.
Vola qualche parola di troppo, gli insulti entrano nel confronto poco civile, quindi gli animi diventano sempre più accesi e si finisce per arrivare alle mani. Un'escalation di violenza verbale e fisica secondo un amico dell'ambulante roveretano che aveva parlato di «un'aggressione vera e propria con tanto di calci e pugni anche quando Max era a terra» come aveva riferito al figlio Manuel.
Diversa la versione dell'imputato: «Continuava ad insultarmi e io cercavo di non dare peso alle sue parole. Volevo andarmene ma quando però mi ha chiamato figlio di p... non ci ho visto più e gli ho avvicinato il cappellino. Lui si è alzato in piedi, ha preso la mia bicicletta e l'ha sollevata fino alle spalle venendo verso di me. Ero sicuro che volesse lanciarmela e l'ho bloccato con una mano e con un piede. Lui non è riuscito a tenersi in piedi, ha perso l'equilibrio anche perché aveva bevuto troppo ed è caduto. Non volevo fargli del male, tantomeno ucciderlo...».
Il georgiano a quel punto decide di allontanarsi mentre Bincoletto rimane a terra: si rialza aiutato da altre persone ma nonostante l'intervento del 118 non va in ospedale. Cinque ore più tardi verrà trovato esanime vicino al suo camper. Da lì non si riprenderà più per poi morire il 7 settembre 2023.Partono le indagini e gli investigatori cercano di ricostruire nel dettaglio come si sono svolti i fatti che hanno successivamente portato all'arresto del il 30enne georgiano a Favaro Veneto, in provincia di Venezia, a 120 chilometri di distanza da Verona.
E i testimoni che ruolo hanno durante la lite? Hanno assistito ad un brutale pestaggio, come affermato da qualcuno, o la caduta di Max è stata del tutto casuale? Il contesto della serata non ha aiutato nel fornire risposte certe tanto che spesso i testi sono caduti in contraddizioni tanto da far dire all'avvocato difensore che «non si può parlare di nesso causale tra la caduta e la morte: Bincoletto è stato trovato all'alba e in quelle cinque ore può essere successo di tutto... Quando arriva la polizia nessuno dice nulla, nessuno parla di aggressione». Anche la Corte si convince dei dubbi e delle contraddizioni: niente omicidio preterintenzionale, ma omicidio colposo.