TRENTO - Non passa l'ordine del giorno sottoscritto della Lega Nord per chiedere la chiusura del Centro sociale Bruno. Il consiglio comunale di Trento lo ha respinto con 18 no, 14 sì, 8 astenuti e 8 non votanti. La mozione chiedeva di attivarsi al più presto per arrivare alla chiusura del Centro sociale Bruno, «cancellando un luogo di incitamento alla sovversione delle regole costituite e alla disobbedienza delle leggi, annullando un pessimo esempio di comportamento civico specie nei confronti dei più giovani».

Nella discussione il sindaco Alessandro Andreatta aveva sottolineato che il Comune non è il proprietario dell'edificio occupato (l'ex Dogana appartiene ancora alla Provincia, in attesa della permuta con la Cooperazione dell'ex Italcementi ndr) ed ha ricordato che, nel caso di proprietà comunali, l'amministrazione è sempre intervenuta, come è stato per lo stabile dell'ex Zuffo o per la palazzina Liberty. Ampio il dibattito in aula. Luca Trainotti (Pdl) ha criticato la mancanza di rispetto delle regole che porta ad avere «cittadini di serie A e di serie B», mentre Francesco Porta (Prc) ha ricordato le necessità dei giovani di avere spazi. Nicola Salvati (Pd) ha ribadito che la questione è di competenza provinciale e che l'aula avrebbe questioni più importanti da affrontare. Lucia Coppola (Verdi) ha sottolineato il ruolo dei centri sociali che «permettono ai giovani di farsi una coscienza politica», mentre Piergiorgio Frachetti (Patt) ha ribadito che il centro non è agibile.