La Curia adotta standard lavoro «Family Audit»
Anche la Curia vescovile di Trento vuole adottare politiche di gestione del proprio personale orientate al benessere dei propri dipendenti e delle loro famiglie secondo lo standard per la conciliazione famiglia e lavoro "Family Audit". La decisione di avviare l'impegnativo percorso che entro tre anni porterà la Caritas, l'Istituto di sostentamento per il clero, la Fondazione Comunità solidale, il settimanale "Vita Trentina" e il Centro missionario alla certificazione familiare è stata annunciata oggi dallo stesso arcivescovo Bressan al presidente della Provincia
TRENTO - Anche la Curia vescovile di Trento vuole adottare politiche di gestione del proprio personale orientate al benessere dei propri dipendenti e delle loro famiglie secondo lo standard per la conciliazione famiglia e lavoro "Family Audit".
La decisione di avviare l'impegnativo percorso che entro tre anni porterà la Caritas, l'Istituto di sostentamento per il clero, la Fondazione Comunità solidale, il settimanale "Vita Trentina" e il Centro missionario alla certificazione familiare è stata annunciata oggi dallo stesso arcivescovo Bressan al presidente della Provincia autonoma Alberto Pacher.
Attualmente sono ben 120 le organizzazioni (70 trentine e 50 nazionali) che si sono certificate o che stanno per esserlo con lo standard introdotto in Italia dalla Provincia di Trento, ma è la prima volta, ad eccezione di Caritas Italia, che tale processo coinvolge una organizzazione ecclesiastica. "Vogliamo confrontarci sul modello proposto dalla Provincia, migliorando dove possiamo, in modo da essere un modello per ogni altra azienda, gruppo di lavoro o di interesse, non solo per far del bene globalmente ma per guardare anche al bene delle famiglie coinvolte perchè dietro ogni persona che lavora con noi c'è una famiglia" ha spiegato Bressan incontrando stamane in piazza Dante il presidente Pacher,
l'assessore alla salute e politiche sociali, Ugo Rossi e il dirigente dell'Agenzia per la Famiglia, Luciano Malfer.