Dellai: ultima chance  prima del disastro

«L'ultima, quasi disperata, iniziativa del Presidente della Repubblica - scrive l'ex presidente della Provincia - deve essere vissuta dalle forze politiche come una sorta di prova d'appello prima dello sfascio finale. Il presidente ha indicato i temi prioritari (lavoro, sviluppo, Europa, riforma delle istituzioni) e anche un perimetro politico di possibile intesa: Pd, Pdl-Lega e Scelta Civica» I tuoi commenti 

dellaiAbbiamo votato per le elezioni politiche più di un mese fa e la formazione del nuovo governo è ancora in alto mare. Sapevamo che la scelta consapevole e irresponsabile assunta dai partiti nella scorsa legislatura di non cambiare la legge elettorale (pur facendo finta con uno stucchevole gioco delle parti) avrebbe potuto creare una situazione di stallo: maggioranza alla Camera ma non al Senato, come puntualmente è avvenuto. Ma quello che non si poteva forse prevedere è che si sarebbe aggiunta anche la successiva incapacità dei partiti di trovare un compromesso minimo per superare la situazione.


Ho usato il termine «compromesso». La maggior parte dei miei colleghi farebbe una smorfia di disgusto. Un compromesso? Ma scherziamo? Roba da «vecchia politica». In queste prime settimane di vita parlamentare, mi sono convinto che il regalo più devastante offertoci dal ventennio della seconda repubblica è la distruzione del concetto di «politica». Visione, compromesso, confronto e mediazione sono tutti termini vissuti come disdicevoli. La politica è stata ridotta ad una poltiglia televisiva che alterna sogni a incubi; a tifoseria senza se e senza ma; a costante e a tratti pelosa «operazione simpatia» verso l'opinione pubblica, nella più assurda confusione tra la testimonianza della sobrietà come cifra ontologica e la ridicola rincorsa nel marketing dei «segnali» che durano lo spazio di uno spot.


L'ultima, quasi disperata, iniziativa del Presidente della Repubblica deve essere vissuta dalle forze politiche come una sorta di prova d'appello prima dello sfascio finale. Il presidente ha indicato i temi prioritari (lavoro, sviluppo, Europa, riforma delle istituzioni) e anche un perimetro politico di possibile intesa: Pd, Pdl-Lega e Scelta Civica. Noi ci siamo fin dall'inizio: anche a Bersani avevamo dato la nostra disponibilità a patto che ci fosse un quadro agibile al Senato, che poteva esistere solo con un accordo di qualche tipo con il centro destra e a condizione che fossero chiari gli obiettivi di governo.


Il Pd deve riflettere sugli errori della sua gestione post elettorale: arroccarsi in questo modo quando i numeri non ci sono è una condotta suicida come suicida è stato il tentativo di agganciare il Movimento 5 Stelle.
Il Pdl deve dimostrare che la sua mossa a favore di un governo di larghe intese guidato anche da Bersani non era una tattica da poker, sul presupposto che il Pd avrebbe detto no, utile per la strategia elettorale da voto ravvicinato.
Il Presidente della Repubblica (che possa rimanere ancora a lungo al suo posto!) chiede a tutti di giocare a carte scoperte, non più solo sulle formule, ma prima di tutto su alcuni contenuti essenziali per il bene comune della Nazione.

 

Le formule poi si trovano, se ritorna almeno un briciolo di «politica» e di coraggio da parte delle forze politiche chiamate in causa dal Colle. Tirarsi indietro, a prescindere dai pretesti e anche dalle oggettive difficoltà che nessuno si nasconde, vorrebbe dire buttare alle ortiche una delle ultime possibilità di ripresa del nostro Paese.


Lorenzo Dellai
È capogruppo di Scelta Civica per Monti alla Camera dei Deputati

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