Merighi: «Zeni si dimetta da capogruppo»

Merighi attacca Luca Zeni: «Si chiedono le primarie ma su che basi? È solo una richiesta di fiducia su se stessi? Mi pare che qui ci sia chi si muove solo per sè. Il capogruppo provinciale Zeni secondo me dovrebbe dimettersi se ritiene necessario trovare un luogo fuori dal partito per mettere in discussione alcune linee strategiche di 15 anni di nostra giunta. Se non condivide quanto fatto, lo vuole distruggere e parla quasi da opposizione come fa a restare capogruppo?»

di Luisa Maria Patruno

Domani pomeriggio si riunisce l'assemblea provinciale del Pd con all'ordine del giorno c'è la questione primarie. Il tempo stringe e il capogruppo provinciale, Luca Zeni, che è tra gli aspiranti candidati, chiede di fare presto perché il tempo stringe.  Elisabetta Bozzarelli , del coordinamento di Trento del partito, ricorda le due proposte presentate: o primarie del Pd seguite da quelle di coalizione o primarie di coalizione a doppio turno. «Il tempo c'è fino al 9 giungo, quando finisce la scuola, - dice Bozzarelli - se si decide subito».
Ma la linea che sembra prevalere è quella di primarie di coalizione, senza doppio turno, e la richiesta del sostegno di almeno un terzo degli iscritti per potersi candidare. Nel caso del Pd visto che i nomi che girano sono tre: Zeni, Donata Borgonovo Re e Alessandro Olivi, vuol dire che ciascuno dovrebbe trovare esattamente un terzo delle firme, impossibile. La norma quindi sembra pensata per tagliare fuori qualcuno, in particolare Donata Borgonovo Re. Intanto,  Claudia Merighi , componente del coordinamento provinciale del Pd, si unisce a coloro che, soprattutto molti amministratori, guardano ad Alberto Pacher e comunque ritengono necessario che il Pd invece di «essere solo una macchina da primarie» si chiarisca le idee sul governo degli ultimi 15 anni e sul valore prioritario della coalizione. E Merighi attacca Luca Zeni: «Si chiedono le primarie ma su che basi? È solo una richiesta di fiducia su se stessi? Mi pare che qui ci sia chi si muove solo per sè. Il capogruppo provinciale Zeni secondo me dovrebbe dimettersi se ritiene necessario trovare un luogo fuori dal partito per mettere in discussione alcune linee strategiche di 15 anni di nostra giunta. Se non condivide quanto fatto, lo vuole distruggere e parla quasi da opposizione come fa a restare capogruppo?».
«Mi sorprende - aggiunge Merighi - che sia Zeni che Borgonovo Re non sentano spontaneo discutere nel partito proposte di rivisitazione e ripensamento della linea. Per questo le primarie, senza una preliminare condivisione del progetto comune nel Pd e con la coalizione, mi sembrano solo un modo per soddisfare velleità personali. Ma il discorso del presidente Napolitano non lo ha capito nessuno?». Merighi, come Andreatta e molti amministratori, si rivolge a Pacher: «Lui è presidente della Provincia e gli chiedo di fare il presidente in questi mesi, e io spero anche la prossima volta, perché nessuno può chiamarsi fuori. Quello che deciderà spetta a lui, ma in questi mesi sa che non è solo ma ci sono molti nostri amministratori che gli chiedono di essere figura di regia lavorando insieme alla coalizione per una fase costituente sul futuro del Trentino».

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