"Deluso dalla politica, torno alla matematica"
Bruno Firmani, consigliere provinciale uscente dell'Italia dei Valori, non si presenterà alle elezioni di ottobre. Entrato in Piazza Dante nel 2008 raccogliendo 1.083 preferenze, dopo un'esperienza in Comune, ha confermato di non aderire alla lista «Civica valori e diritti» di Salvatore Smeraglia, in appoggio a Ugo RossiI tuoi commenti
TRENTO - Deluso dalla politica, dal partito, dal consiglio provinciale. «Non è il mio mestiere, tornerò alla matematica». Bruno Firmani, consigliere provinciale uscente dell'Italia dei Valori, non si presenterà alle elezioni di ottobre. Entrato in Piazza Dante nel 2008 raccogliendo 1.083 preferenze, dopo un'esperienza in Comune, ha confermato di non aderire alla lista «Civica valori e diritti» di Salvatore Smeraglia, in appoggio a Ugo Rossi. «L'Italia dei valori non si presenterà come partito alle provinciali perché è in crisi profonda e confluire in una lista civica non mi piaceva come prospettiva, quindi ho rinunciato. Intendo la politica in modo diverso, meglio lasciare agli altri. La politica dovrebbe organizzare la società migliorando la situazione complessiva e invece si riduce in provvedimenti presi per soddisfare questa o quella pressione. Non ho trovato un concreto spirito di rilancio del Trentino: anche i miei disegni di legge, seppur ragionevolissimi, sono stati sistematicamente bloccati, perché fuori dal coro. Ho visto poi troppi accordi fra destra e sinistra sulla base di interessi singoli. Non sono tagliato per la politica, ma me ne sono accorto dopo».
Cosa l'ha delusa di più?
«Pensiamo all'ultimo disegno di riforma della scuola, ad esempio, oppure a quello del difensore civico. Anche in questi casi si sono salvati interessi particolari. L'economia ha bisogno di un rilancio verso una maggiore libertà di impresa, ma i politici questo non l'hanno capito e preferiscono scandagliare settori di nicchia in cui cercare di passare magari da 2.200 a 2.300 voti in modo da essere rieletti. Questa non è politica».
Lei è stato comunque un esponente politico per tanti anni.
«Il disagio però c'è sempre stato. Quando il partito è crollato ho capito che non ci sarebbe stata nessuna speranza. Quando hanno deciso di non presentare nemmeno la lista, ma di correre solo come Civica con un nome peraltro secondo me sbagliato, ho deciso di chiamarmi fuori».
E adesso torna al primo amore, la matematica.
«Io sono in pensione come docente universitario, ma il bello della matematica è che può essere studiata da soli oppure in collegamento con gruppi di ricerca, come nel mio caso. Riprenderò le ricerche interrotte cinque anni fa nel campo della sismologia, in prevenzione dei danni causati dai terremoti».
Per chi voterà il 27 ottobre?
«Non ho ancora deciso, deciderò due giorni prima ma non mi sento legato a nessuna lista, visto che quello che si cerca è un accordo con l'elettorato, non si propone un programma. Il problema drammatico è uno solo: l'economia, che si porta dietro tutto, dall'occupazione al miglioramento della qualità della vita. Ma non ho letto proposte concrete. Si parla di dare incentivi per il rilancio, ma in che modo? Questo è il tema principale e un consigliere da solo non può cambiare nulla. Per questo, alla fine, mi sono sentito praticamente inutile».