Gilmozzi: «Pat non è un'azienda c'è bisogno di politica»
«Il pronostico è a nostro favore ma non sottovaluteremo nulla e lotteremo sino alla fine». L'assessore provinciale Mauro Gilmozzi , dell'Upt, esprime bene il sentimento che pervade il «gruppone» di centrosinistra in questa campagna elettorale: fiducia nella vittoria (come dicono i sondaggi) ma senza sottovalutare la coppia Mosna-Grisenti
«Il pronostico è a nostro favore ma non sottovaluteremo nulla e lotteremo sino alla fine». L'assessore provinciale Mauro Gilmozzi , dell'Upt, esprime bene il sentimento che pervade il «gruppone» di centrosinistra in questa campagna elettorale: fiducia nella vittoria (come dicono i sondaggi) ma senza sottovalutare la coppia Mosna-Grisenti.
Se Dellai si impegnava di più... «Io assegno un grande valore alla coalizione, credo che ci stiamo avvicinando alla visione di un nuovo partito territoriale per il Trentino. - azzarda Gilmozzi - Una terza via sul tipo di quella di Tony Blair. Upt, Pd, potevano farcela. Ha vinto Rossi. Bene, superate le incomprensioni l'Upt sarà determinante per la vittoria e darà stabilità alla coalizione». Mosna dice che siete i poteri forti. «Mosna cerca di incarnare l'immagine dell'amministratore delegato per quella che per lui sarebbe un'azienda, la Provincia. In realtà c'è bisogno di buona politica. Vediamo dove ha portato l'Italia l'amministratore della Fininvest».
Il Patt non ha troppe responsabilità, rispetto alle dimensioni del suo elettorato? Il senatore Franco Panizza parte da lontano: «Il Patt non nega le origini ma ha saputo giocare la sua lunga storia in prospettiva futura: rinnovandosi e diventando elemento portante di questa coalizione. Per ogni progetto autonomista serio oggi si deve passare per Ugo Rossi». Il Pd, che ha votato per lei, voterà anche Rossi? Troppi rospi? «Il Patt si è dimostrato una forza convinta del valore della coalizione, ricordo che ha firmato a suo tempo dei patti con Bersani e poi con Letta. Oggi nessuno può pensare che Rossi non sia la coalizione».
Una risposta in sincronia gliela offre Bruno Dorigatti , presidente del consiglio provinciale, ala sindacalista del Pd: «Se sei in una coalizione devi accettare la diversità. Alle ultime elezioni fu l'alleanza Pd, Upt e Patt a permettere al centrosinistra di vincere, come unica giunta di questo colore in campo nazionale». Dicono che rappresentiate i poteri forti, la cooperazione... «Le cooperative sono un settore fondamentale della società ed economia trentina, hanno dato senso all'autonomia». Lo diceva anche Schelfi, quando voleva presentarsi a queste elezioni. «Io non parlo di Schelfi, parlo di cooperazione». Passa di lì Mario Magnani e lo provochiamo. Voterà Patt quindi? «No, voterò i miei candidati e Ugo Rossi come presidente. Perché lui ha vinto le primarie». E chi vincerà le elezioni? «Le vinceremo noi, superando il 40%, con tranquillità. E dimostreremo, governando, che questa coalizione darà al Trentino grande stabilità». Stessa linea d'onda per Alessandro Olivi , che ha perso le primarie, vinte da Rossi: «Sì, sì, noi siamo un popolo leale ed io che sono stato il suo competitor sono il primo a dimostrare la mia fedeltà. Votare Rossi però non vorrà dire che ci metteremo da parte. Il Pd sarà il cambiamento, non vogliamo più un Pd come cane da guardia ma come un partito che si assume la responsabilità di provare a disegnare la rotta della coalizione sul cammino delle riforme».
Lia Giovanazzi , hanno detto di lei che è una transfuga, dall'Udc al Patt. «Io sono un'autonomista solidale, molto fiera delle origini europeiste e popolari che si trovano alle origini del Pptt. Mi riconosco in Ugo Rossi, modi e contenuti. Trasformista? L'Udc già a febbraio ha scelto il centrodestra ed io ho detto subito che non era la mia strada, evitando di creare la 25° lista».