Cristina non ce l'ha fatta. è morta ieri sera
Non ce l'ha fatta Cristina Carletti, la 27enne di Trento che martedì pomeriggio, in sella alla sua moto, lungo la statale della Gardesana, si era scontrata contro un furgoncino. La ragazza era stata trasportata d'urgenza all'ospedale Santa Chiara. Dopo il terribile schianto, Cristina era andata in coma. I medici hanno fatto tutto il possibile, ma le sue ferite erano troppo gravi. È morta ieri sera verso le 21
Non ce l'ha fatta Cristina Carletti, la 27enne di Trento che martedì pomeriggio, in sella alla sua moto, lungo la statale della Gardesana, si era scontrata contro un furgoncino. La ragazza era stata trasportata d'urgenza all'ospedale Santa Chiara. Dopo il terribile schianto, Cristina era andata in coma. I medici hanno fatto tutto il possibile, ma le sue ferite erano troppo gravi. È morta ieri sera verso le 21.
Dopo l'incidente consumatosi lungo la strada che collega Vezzano a Padergnone, familiari e amici avevano sperato in una sua ripresa, ma le cose sono andate diversamente. Lo scontro tra la sua Ducati Monster e il furgoncino Peugeot Bipper - che era diretto a Trento ma che aveva invaso completamente la corsia opposta - è stato fatale.
L'uomo al volante del van, un 67enne della Valle dei Laghi, deve aver accusato un colpo di sonno, o più probabilmente un malore: salendo dal viadotto di Padergnone, 200 metri prima dell'incrocio con la provinciale della valle di Cavedine, ha completamente scavalcato la linea che separa le carreggiate, rischiando di centrare un'auto: l'automobilista è riuscito a schivare il furgoncino, che ha colpito la vettura solo di striscio, sulla fiancata: illeso il conducente.
La sorte peggiore è toccata a Cristina Carletti. Il mezzo le si è parato davanti quando ormai era troppo tardi per tentare qualsiasi manovra: lo schianto è stato fortissimo, con la ragazza finita a terra dopo aver sbattuto con violenza contro il furgoncino.
Sul luogo dell'incidente, immediatamente, sono arrivati i soccorsi: i vigili del fuoco di Vezzano e Padergnone, gli uomini del 118 e i carabinieri della stazione di Candriai che si sono occupati della ricostruzione della dinamica. Sul luogo è arrivato anche l'elisoccorso. Il medico rianimatore ha praticato per oltre mezz'ora il massaggio cardiaco a Cristina, prima di poterla intubare e trasferire con la massima urgenza all'ospedale del capoluogo.
Dopo che la ragazza è stata portata al Santa Chiara - con i parenti preoccupati, che hanno sperato di vederla riacquistare coscienza per poi riabbracciarla - i sanitari non hanno mai smesso di occuparsi di lei. La ragazza era stata trasferita nel reparto di rianimazione. Ma le sue condizioni non sono migliorate.
A Trento, in ospedale, martedì è andato subito anche il padre di Cristina che, una volta raggiunta la figlia in corsia, in preda alla disperazione ha accusato un malore. La ventisettenne, che risiede in città, era in viaggio probabilmente proprio per andare a trovare il padre, che vive a Calavino.
Cristina Carletti - come ricordano gli amici - era una ragazza dalla volontà di ferro. Era impegnata negli studi del corso di formazione per diventare operatrice socio sanitario: studi che aveva avviato nel capoluogo solo l'anno scorso. La notizia della sua morte ieri sera è corsa sulle linee del telefono. Dopo che i medici hanno comunicato ai genitori che Cristina non ce l'aveva fatta, questi hanno chiamato le persone più care. In questi casi non si trovano parole di conforto.