Gatti feriti da petardi e uccisi a fucilate
La stupidità non ha confini sulla collina di Trento. A Povo è stato fatto esplodere un petardo in bocca a un gatto, che è grave. Altri tre gatti sono stati presi a fucilate e uno è morto
A confronto le Piccole canaglie dei telefilm anni Trenta sono ragazzini modello. Quello che sono riusciti a fare un gruppetto di piccole pesti sulla collina di Trento è cattiveria pura. Non contenti di trastullarsi con petardi e miniciccioli gettati per la strada si sono infatti accaniti contro gli animali. E a farne le spese è stato un gatto, a cui l'esplosione ha fatto saltare due denti, provocato una frattura della mandibola e causato una grave ustione alla bocca. Una conseguenza si spera non del tutto volontaria, forse figlia più di incoscienza che di cattiveria, ma comunque decisamente censurabile anche alla luce del precedente.
Un paio di settimane fa proprio un gruppo di ragazzini, secondo alcuni testimoni appena usciti dalle scuole medie Pascoli di Gabbiolo, passando davanti al giardino di una casa avevano gettato petardi verso due cani, in quel caso fortunatamente senza conseguenze, a parte le grida di alcuni adulti che avevano spinto le piccole pesti a una precipitosa fuga. Ben più grave quanto successo lunedì scorso al povero gatto Nero, di proprietà di una famiglia che abita a Povo. Quando i padroni lo hanno trovato in quelle condizioni hanno pensato ad un incidente. I primi dubbi sono venuti al veterinario, accorgendosi che c'erano strane bruciature in bocca. «Le ustioni possono essere causate dalla processionaria - spiega il dottor Luca Lombardini - ma associate a fratture e rotture di denti hanno come spiegazione più probabile proprio lo scoppio di un petardo. Evidentemente il gatto incuriosito si è avvicinato col muso e se l'è visto scoppiare in faccia. Cosa che poteva capitare anche ai cani, che avrebbero potuto magari perdere un occhio». A distanza di qualche giorno Nero è ancora ricoverato e deve essere nutrito con un sondino direttamente nell'esofago perché non è ancora in grado di usare la bocca. Ci vorrà qualche settimana perché possa riprendersi.
Sono episodi gravi ma non del tutto nuovi in verità. La tortura di animali da parte dei ragazzini c'è sempre stata e cercare di contrastarla è compito delle famiglie e della scuola, che non a caso si è già mobilitata (vedi articolo sopra). Ancor più censurabile e per certi versi inquietante è però quanto successo ai danni di altri due gatti nelle ultime settimane perché in questo caso è opera sicuramente di un adulto. Il 25 ottobre scorso nella zona tra Martignano e Cognola è stato colpito da una rosa di pallini sparati con un fucile il povero Leone. Il gatto si è trascinato fino a casa, in via Camilastri, e da lì portato dal veterinario che gli ha dovuto estrarre la bellezza di 15 pallini, fortunatamente nessuno dei quali ha colpito organi vitali. Molto peggio è andata tre giorni fa a un altro micio, colpito nella zona di Montevideo, dall'altra parte della valle. In questo caso due pallini hanno centrato in pieno altrettante vertebre facendole esplodere e provocando la paralisi dell'animale, a cui il veterinario ha dovuto praticare l'eutanasia per non farlo soffrire inutilmente.