«Facciamo l'impianto da Trento al Bondone»
Sull'onda dell'entusiasmo di una giornata quasi primaverile e di uno splendido sole, in occasione dell'inaugurazione della nuova seggiovia Montesel sul Monte Bondone, politici e amministratori per qualche ora lasciano da parte le lamentazioni della crisi e tornano a sognare in grande. Che significa, quando si parla della montagna di Trento, pensare alla realizzazione del grande impianto di collegamento dalla città alla sua alpe
Sull'onda dell'entusiasmo di una giornata quasi primaverile e di uno splendido sole, in occasione dell'inaugurazione della nuova seggiovia Montesel sul Monte Bondone, politici e amministratori per qualche ora lasciano da parte le lamentazioni della crisi e tornano a sognare in grande. Che significa, quando si parla della montagna di Trento, pensare alla realizzazione del grande impianto di collegamento dalla città alla sua alpe.
Durante il «giro di microfono» che anticipava il taglio del nastro è stato il presidente degli operatori del Bondone Stefano Zampol a rilanciare il grande progetto, sostenendo che la sua realizzazione avrebbe il pregio di offrire una nuova attrattiva per la città e un offerta di servizi in più per la montagna.
La palla al balzo l'ha presa subito l'assessore allo sport Tiziano Mellarini : «È un progetto di prospettiva e di grande interesse. Dovrà essere valutato assieme da Provincia e Comune».
Da parte sua Trentino Sviluppo, che dal prossimo primo gennaio, diventerà l'azionista di riferimento di Trento Funivie, attende indicazioni dall'alto. «Abbiamo realizzato un masterplan qualche mese fa - ricorda il presidente Diego Laner - in cui riepilogavamo i progetti che si erano susseguiti negli anni, i numeri che potrebbero giustificare l'investimento. Tutto qui. Chiaro che ora la scelta spetta alla giunta provinciale».
L'ultimo progetto, realizzato dalla Montecno di Bolzano una decina d'anni fa, calcolava un investimento da una quarantina di milioni. «L'ordine di grandezza - conferma Laner - potrebbe essere quello».
Sul fronte comunale il sindaco Alessandro Andreatta non si tira indietro. Anche perché parte da un presupposto: i soldi per l'investimento ce li metta la Provincia. «Per ilr esto il Comune ci sta. Personalmente ho sempre speso parole positive per il progetto, che però ha senso in un'unica condizione: che valga come strumento di mobilità alternativa, non come esclusivo mezzo di risalita per gli sciatori». Insomma, per il sindaco dovrebbe essere l'unica possibilità di andare in Bondone, o quasi. «Non dico chiudere la strada, perché comunque il Bondone è un passo, ma fare in modo che la prima opzione sia la funivia».
Per fare cosa, una volta arrivati in Bondone? «Questo - precisa il sindaco - è un passaggio da mettere bene a fuoco. Bisogna individuare delle proposte corrette da offrire, specialmente per quanto riguarda l'estate. Abbiamo iniziato con i camp della pallavolo, ma io non vedrei male nemmeno un maneggio alle Viote e un centro per l'escursionismo. Certo, bisogna fare in modo che la Trento alta sia interessante da frequentare». «E comunque - conclude - prima di decidere per la realizzazione del grande impianto, bisogna fare un'attenta valutazione sui costi di gestione».
«Io penso che il costo di gestione sarebbe attorno ai 500 mila euro l'anno, qualcosa di più dell'attuale funivia di Sardagna» gli risponde indirettamente Fulvio Rigotti , presidente di Trento Funivie. «Però con un grande ritorno in termini di immagine per una città che negli ultimi anni ha investito molto in termini di innovazione e turismo».