La Diatec gioca male, pesante sconfitta con Cuneo
Una Diatec Trentino poco concentrata, senza idee, senza servizio, debole in ricezione e poco redditizia a muro, subisce al PalaTrento un brutto ko contro Cuneo. Non la vecchia, gloriosa Cuneo. Una Cuneo modesta, che si barcamena nel mezzo della classifica. Un 3-1 che se non compromette niente per quanto riguarda la graduatoria, rischia di lasciare pesanti strascichi nell'immediato, a comiciare da giovedì, quando a Trento arriveranno i fortissimi russi del Belgorod e in palio c'è la qualificazione alle Final four di Champions league
Una Diatec Trentino poco concentrata, senza idee, senza servizio, debole in ricezione e poco redditizia a muro, subisce al PalaTrento un brutto ko contro Cuneo. Non la vecchia, gloriosa Cuneo. Una Cuneo modesta, che si barcamena nel mezzo della classifica. Un 3-1 che se non compromette niente per quanto riguarda la graduatoria, rischia di lasciare pesanti strascichi nell'immediato, a comiciare da giovedì, quando a Trento arriveranno i fortissimi russi del Belgorod e in palio c'è la qualificazione alle Final four di Champions league. Non bastasse una prestazione opaca a pochi giorni dal match da dentro o fuori, Szabò, uno dei pochi a salvarsi tra le fila di Trento, si è infortunato al tendine d'Achille ed ha dovuto lasciare il campo in barella. Pessima notizia.
Nel pomeriggio, già le facce durante il riscaldamento lasciavano presagire una Diatec in qualche modo remissiva. Sapevano di non poter contare sull'opposto titolare Sokolov, ancora con le stampelle, alle prese con un problema muscolare al polpaccio sinistro. In più anche capitan Birarelli partiva dalla panchina, vittima di una tendinite al ginocchio sinistro. E infatti l'inizio del match è stato di quelli da dimenticare il più in fretta possibile. Ferreira e Lanza completamente fuori partita, i centrali Solé e Burgsthaler avulsi dalla manovra difensiva e, come quasi sempre, il fondamentale della battuta del tutto inefficace. Serniotti, disperato, si è giocato la carta Fedrizzi al posto di Ferreira ma da Lanza non sono arrivate risposte per tutto il primo set: scarso in ricezione, molto scarso in attacco, inesistente a muro. Dall'altra parte della rete, viceversa, il regista Gonzalez smarcava le sue bande con regolarità disarmante (ah, i bei tempi del granitico muro trentino, che da qualche settimana sembra essere un ricordo remoto). Maruotti e Antonov parevano immarcabili e pure Casadei tra battute e muro ha fatto danni nell'inerme difesa trentina.
Serniotti non ha molte alternative ai giocatori in campo e ciò che può fare è lasciare in campo Fedrizzi al posto di Ferreira anche nel secondo set, dopo che il primo si è involato per 17-25. Fedrizzi in attacco fa il suo, ma la sua ricezione è sempre traballante e il servizio una delusione. Con questo nuovo assetto però Trento cresce in termini di intensità. Szabò fa il suo in attacco, ma sono muro e battuta che continuano a latitare. Poi, ironia della sorte, è proprio l'ungherese che sbaglia l'attacco sul 20-21, offrendo un break che avrebbe potuto risultare decisivo a Cuneo. Lui stesso, si incarica poi di mettere a terra i due palloni successivi ridando un po' di ossigeno a Trento. Lanza si risveglia per un istante dal torpore con un bel turno di battuta, ma la ricezione è sempre disastrosa: sul 24 pari Colaci e Lanza si guardano su una battuta morbida tutt'altro che irresistibile di Alletti. E Cuneo si riporta avanti. E' il preludio al due a zero, che arriva un paio di punti dopo: 27-25.
Una squadra così, senza nerbo e senza coraggio, non può sperare di rimontare uno zero a due. Serniotti riconsegna fiducia a Ferreira e soprattutto chiama in causa Sintini al posto di Suxho per abbozzare una reazione. Il muro inizia a funzionare un po' meglio: Burgsthaler trova continuità nel suo fondamentale prediletto, Solé registra attacco e muro e soprattutto Lanza cresce sia in attacco che in ricezione. Nonostante Ferreira rimanga un oggetto misterioso nella partita, Trento trova nuove energie. I due schiacciatori cuneesi abbassano il ritmo e per la Diatec ci sarebbe la possibilità di rientrare in partita, tanto che vince il terzo set a 22. Il problema è che con la battuta mostrata ieri da Trento, le difficoltà macroscopiche in ricezione, il muro che legge la situazione una volta ogni morte di papa, in serie A non si vincono partite. Cuneo lo sa bene e pur essendo una lontana parente della Cuneo dello scudetto, approfitta della situazione. Ringrazia e porta a casa tre punti preziosi, lasciando Trento nello sconforto di una batosta dalle proporzioni inimmaginabili alla vigilia. Come punteggio, come gioco, come grinta e anche come sfortuna: sul 14-20 Szabò si infortuna e deve lasciare il campo in barella. Giovedì per i playoff6 di Champions a Trento arriva il Belgorod. Il rischio da scongiurare a tutti i costi è di uscire da campo e Champions dopo essere stati presi a pallonate.