Politica: niente vitalizi ma subito 210 mila euro
Non c'è più il «vitalizio» e si fanno ridare i soldi. La condizione posta dai consiglieri regionali nella scorsa legislatura per dire sì alla riduzione dell'indennità lorda e della diaria e contestuale passaggio a un più magro assegno previdenziale su base contributiva, come vale per tutti i lavoratori, è stata quella di poter riavere indietro le trattenute versate negli ultimi 5 anni per un nuovo «fondo pensione» ora cancellato. E questo per gli eletti la prima volta nel 2008, non per i consiglieri con alle spalle più legislature, per i quali continueranno a valere le regole che fanno maturare il vitalizio vecchia maniera
Non c'è più il «vitalizio» e si fanno ridare i soldi. La condizione posta dai consiglieri regionali nella scorsa legislatura per dire sì alla riduzione dell'indennità lorda e della diaria e contestuale passaggio a un più magro assegno previdenziale su base contributiva, come vale per tutti i lavoratori, è stata quella di poter riavere indietro le trattenute versate negli ultimi 5 anni per un nuovo «fondo pensione» ora cancellato. E questo per gli eletti la prima volta nel 2008, non per i consiglieri con alle spalle più legislature, per i quali continueranno a valere le regole che fanno maturare il vitalizio vecchia maniera.
Questo gruppo di consiglieri - anche se rieletti nel 2013 - hanno dunque ricevuto indietro dalla Regione le trattenute del 30% accantonate in cinque anni e si sono portati a casa 210 mila euro ciascuno, che si sommano ai 70 mila euro (o 68.000 a secondo dell'investimento scelto) di indennità di fine mandato, che vale invece per tutti i consiglieri regionali, anche quelli di lungo corso. La legge regionale approvata nel settembre 2012, che ha tagliato il compenso netto mensile (indennità più diaria) dei consiglieri di 500 euro , portandolo da 5.950 a 5.435 euro (da questa legislatura), ha anche ridefinito l'intera composizione della busta paga. L'indennità lorda, infatti, è stata ridotta da 14.070 euro a 10.500 euro (diaria compresa) e per contro è stata aumentata l'indennità netta, passata da 2.750 euro a 4.735 euro più 700 euro di diaria (era 3.200 euro). Sono state infatti ridotte le trattenute previdenziali e per l'indennità di fine mandato e quindi quello che fino alla scorsa legislatura arrivava comunque in tasca ai consiglieri regionali alla fine dei 5 anni, come una sorta di «salario differito» e con il vitalizio. Con la nuova legge, in parte si incassa subito, visto che è stata aumentata l'indennità netta mensile per compensare la quasi eliminazione della diaria. E in parte - come prima - alla fine, visto che restano (ma ridotte) le trattenute previdenziali e Tfr.
Sui precedenti 10.800 euro lordi mensili di indennità (tolti i 3.200 di diaria) i consiglieri eletti dalla scorsa legislatura (per gli altri vige il sistema precedente di vitalizi) si vedevano trattenere il 30% per alimentare il fondo per una rendita pensionistica di natura assicurativa e un altro 10% per l'indennità di fine rapporto (ora è l' 8% ). E sono queste le somme che si sono accumulate e sono state incassate in questi giorni dai consiglieri. Per tutti l'indennità di fine rapporto (70 mila euro) e per gli eletti dal 2008 (sia chi non è stato più confermato e sia chi è ancora consigliere ma ora deve passare al nuovo sistema) anche la restituzione di quanto versato (210 mila euro).
Da questa legislatura, invece, sui 9.800 euro di indennità lorda (tolti i 700 euro di diaria) di ciascun consigliere si prevede una trattenuta previdenziale obbligatoria dell' 8,8% a carico del consigliere e il 24,2% versato dalla Regione che serviranno per la pensione calcolata con sistema contributivo. Il periodo minimo di contribuzione è una legislatura e il diritto si consegue ai 65 anni. Per i contributi versati dal consigliere dalla legislatura in corso non è consentita la restituzione, salvo il caso di decesso del consigliere nel corso del mandato prima del raggiungimento del periodo minimo di contribuzione. La nuova legge prevede all'art.9 per i consiglieri eletti per la prima volta nella scorsa legislatura e successivamente rieletti in questa che venga loro restituito quanto versato nel fondo pensione previsto con una precedente legge ora modificata, mentre per i versamenti dei prossimi anni di mandato di questa legislatura il calcolo dell'indennità previdenziale sarà come quello dei nuovi eletti.