Vitalizi giù, la gente protesta
Innalzamento dell'età per ricevere il vitalizio e l'anticipo a 66 anni e taglio del 20% del vitalizio per tutti, anche per gli assegni di reversibilità. Ma non solo. La riforma dei vitalizi presentata dal duo Rossi-Kompatscher prevede l'azzeramento delle delibere varate nella scorsa consigliatura per definire le cifre anticipate ai 125 consiglieri o ex. Questa notte si protesta ancora davanti alla Regione I vostri commenti
Innalzamento dell'età per ricevere il vitalizio e l'anticipo a 66 anni e taglio del 20% del vitalizio per tutti, anche per gli assegni di reversibilità. Ma non solo. La riforma dei vitalizi indicata ieri dal «lavoro preparatorio» della giunta regionale prevede l'azzeramento delle delibere attuative varate nella scorsa consigliatura per definire le cifre anticipate ai 125 consiglieri o ex. Si riparte da capo, e a tutti i beneficiari e i potenziali beneficiari si richiederà di optare tra un vitalizio ridotto rispetto a quello a cui avrebbero avuto diritto secondo i contributi versati (ma anche questo ridotto del 20%) compensato da un anticipo o il vitalizio comunque tagliato del 20%.
Il risultato, secondo le prime stime, potrebbe portare a un taglio di circa il 40% dei 53 milioni di euro di anticipo (circa 20 milioni di euro) e a un risparmio del 20% sulla spesa per vitalizi in capo alla Regione, sia per quelli già assegnati sia per gli assegni di reversibilità, sia, infine, per quelli che arriveranno ai futuri beneficiari. I quali, rispetto ad oggi, dovranno aspettare i 66 anni per poter beneficiare dell'assegno.
Accanto a tale ipotesi, che potrà essere tradotta dal consiglio regionale in legge se si troverà una maggioranza disposta a votarla, resta confermata la cancellazione della pensione contributiva per gli attuali consiglieri. Rispetto a quanto accade oggi, quindi, se le indicazioni della giunta regionale diventeranno norma effettiva, la Regione smetterà di pagare mensilmente 2.400 euro al mese a consigliere come quota previdenziale. In questo modo si risparmierà, per questa legislatura e per le prossime, una cifra pari a 10 milioni di euro sui 5 anni di consigliatura. Ci sarà una indennità da consigliere meno alta per i dipendenti, perché agli autonomi sarà lasciata una quota per pagarsi i contributi che per chi ha un datore di lavoro pubblico o privato vengono versati da quest'ultimo.
Le novità sono state presentate dai due presidenti di Trento, Rossi appunto, e Bolzano, Arno Kompatscher, nel palazzo della Regione all'ufficio di presidenza del Consiglio regionale guidato da Diego Moltrer e composto anche da Thomas Widmann, Florian Mussner e dai questori Piero De Godenz, Veronika Stirner Brantsch e Walter Viola.
«Si tratta di un documento ha detto Moltrer che indica una strada percorribile per poter apportare delle modifiche alla legge sui vitalizi approvata nel 2012». «Sarà ora compito dell'Ufficio di presidenza - ha aggiunto - in sinergia con il collegio dei capigruppo, elaborare un testo che possa riscontrare la massima condivisione. Nel corso di questa settimana ci troveremo più volte come Ufficio di presidenza, prima di portare al tavolo di lavoro una proposta da elaborare insieme ai rappresentanti delle forze politiche in Consiglio». Sui tempi di approvazione, Moltrer parla di scelte rapide: «Prima della pausa estiva si può pensare all'approvazione della legge». Quindi a giugno.
Che, come hanno riferito Rossi e Kompatscher, metterà di nuovo di fronte alla scelta tra il vitalizio, ricalcolato in base ai criteri meno vantaggiosi, e ridotto comunque di un 20% rispetto alle cifre attuali, e la restituzione dei contributi in eccesso, ridotti però di una bella fetta (tra il 30 e il 40% secondo i primi calcoli).
Rispetto ai 53 milioni di euro versati oggi tra anticipi in contanti (22 milioni di euro) e fondo family (31 milioni di euro), si arriverà a un «taglio consistente» ha detto Rossi (senza però dare cifre). Perché i criteri di calcolo del vitalizio, delle aspettative di vita e del tasso di sconto saranno modificati e saranno meno vantaggiosi per i consiglieri. Inoltre, si prevede anche di inserire il calcolo del «rischio legislativo», cioè il fatto che nel tempo ci possano essere riforme di riduzione di quanto spetta, come accaduto ad esempio, con il taglio del 20% attuato dal Parlamento sulle indennità. Taglio che ha retto sul piano giuridico.
Ma vediamo alcuni esempi pratici di come potrebbe cambiare la situazione attuale. Ai consiglieri con il vitalizio già adesso o che lo devono prendere più avanti verrà chiesto di nuovo di optare tra il vitalizio ridotto al nuovo minimo (da 2.800 a 2.500 euro netti al mese) con versamento, dai 66 anni in poi, della liquidazione dei contributi restituiti; e il vitalizio calcolato cui avrebbe diritto con i nuovi criteri (il 20% in meno rispetto alle cifre precedenti, ma superiore ai 2.500 euro netti al mese) e nessun contributo. Per tutti, sia chi opta per il taglio consistente al vitalizio sia chi invece tiene il vecchio vitalizio, gli anticipi e il fondo family ricalcolato, arriveranno ai 66 anni. Con una differenza: chi ha già il vitalizio lo terrà, anche se ridotto del 20% rispetto a prima della nuova riforma. Chi invece non lo ha ancora dovrà attendere i 66 anni anche per quello.
Per chi ha già speso gli anticipi, ha detto Rossi, il fondo family servirà per compensare quanto dovranno dopo il taglio degli anticipi d'oro.