La difesa dell'Autonomia
Le ragioni storiche dell'Autonomia ma anche, soprattutto, le ragioni attuali dell'Autonomia. Si potrebbe riassumere così l'intervento concluso del presidente della Provincia chiamato a Roma, a palazzo San Macuto, dalla Commissione bicamerale per le questioni regionali, che sta svolgendo un'indagine conoscitiva sui temi del regionalismo ad autonomia differenziata
ROMA - Le ragioni storiche dell'Autonomia ma anche, soprattutto, le ragioni attuali dell'Autonomia. Si potrebbe riassumere così l'intervento del presidente della Provincia autonoma di Trento chiamato a Roma, a palazzo San Macuto, dalla Commissione bicamerale per le questioni regionali, che sta svolgendo un'indagine conoscitiva sui temi del regionalismo ad autonomia differenziata.
Un'occasione importante per riassumere la posizione di Trento e di Bolzano nei confronti del processo di riforma costituzionale in atto e per ribadire con forza che esiste una strada per garantire la solidarietà nazionale rispettando però l'autonomia dei territori. Una strada che passa soprattutto per il tema del residuo fiscale, che ha destato molto interesse. "Vedremo di cogliere qualche suggerimento", ha detto la Commissione al termine dell'audizione.
Dopo aver ricordato brevemente il portato storico dell'Autonomia, l'esigenza di tutelare le minoranze, il livello di forte arretratezza socioeconomica da cui le nostre comunità si sono riscattate in pochi decenni con un effetto positivo anche per l'economia del Paese, il presidente della Provincia autonoma di Trento ha approfondito il tema dell'autofinanziamento, rivelando che ormai i nove decimi delle entrate fiscali su cui la Provincia poteva contare fino a poco tempo fa, sono scesi ora ai sette e mezzo circa, dopo l'Accordo di Milano e soprattutto dopo le successive manovre finanziarie dei governi che si sono susseguiti alla guida del Paese.
L'ultima parte dell'audizione ha riservato un accenno alla riforma del Senato. "Il Trentino, fatta salva la clausola di salvaguardia e il principio dell'intesa, è certamente interessato al varo di regole che garantiscano maggiore equilibrio tra competenze statali e regionali, e confida nel fatto che ciò possa avvenire in un luogo, come il "nuovo" Senato, dove si ricompongono situazioni conflittuali oggi destinate ad affollare la Corte costituzionale."